Inter, Marotta: "Investiremo sui giovani. Inzaghi? E' bravo"
Le parole del presidente dei nerazzurri

Il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha parlato a lungo ai microfoni di The Athletic, delineando le prospettive del club nerazzurro con l’avvento della nuova proprietà targata Oaktree. “Con loro abbiamo condiviso una visione chiara: stabilità economica e un progetto sostenibile – ha spiegato Marotta –. Vogliamo costruire una squadra con profili giovani, talenti con margini di crescita che possano dare un contributo immediato ma anche essere fondamentali nel lungo termine”.

Un approccio che prescinderà dal nome dell’allenatore per la prossima stagione. Tuttavia, le parole del dirigente su Simone Inzaghi lasciano pochi dubbi sul desiderio del club di continuare insieme: “È un tecnico capace, sa motivare senza creare pressioni inutili. La squadra propone un calcio moderno, offensivo, che diverte e viene apprezzato dal pubblico”.
Dopo la finale di Istanbul, l’Inter si appresta a giocare la sua seconda finale di Champions League in tre anni, un risultato che testimonia il percorso di crescita intrapreso. “Da quella finale è nata una consapevolezza diversa – ha sottolineato Marotta –. I giocatori hanno imparato a gestire i grandi palcoscenici. Come diceva Mandela: ‘Non perdo mai. O vinco o imparo’. Ogni sconfitta insegna, ogni vittoria rafforza. Ed è così che si costruisce un gruppo maturo”.
La sfida di Monaco sarà la quarta finale di Champions per Marotta, ma la prima da presidente. Sul segreto del suo successo nella costruzione di squadre vincenti, ha le idee chiare: “Serve la fiducia della proprietà e poi due qualità: competenza e una solida cultura del lavoro. Il senso di appartenenza e l’identità contano più del denaro. Sono questi i veri motori dei successi”.
Infine, un appello sul tema del calendario calcistico, sempre più fitto: “Disputare quasi 60 partite l’anno è insostenibile, aumenta il rischio di infortuni e incide sulla qualità del gioco. Bisogna intervenire: in Italia, il primo passo dovrebbe essere ridurre la Serie A da 20 a 18 squadre, seguendo l’esempio di Bundesliga e Ligue 1. Solo così potremo allinearci meglio anche con le esigenze della FIFA e delle federazioni”.
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