La Juventus come il Manchester United. È questo il parallelo tracciato da The Times, che analizza la crisi bianconera dopo la sconfitta con il Como. Un ko che rappresenta solo l’ultimo segnale di una gestione incerta e di una squadra in difficoltà, con Igor Tudor nuovamente nel mirino.
Il quotidiano inglese sottolinea come la Juventus abbia cambiato ben cinque allenatori in altrettanti anni, proprio come il Manchester United. E i risultati sono simili: due soli trofei nazionali – le Coppe Italia del 2021 e del 2024 – e nessun progresso in Champions League dal 2019. Tudor, subentrato a Thiago Motta lo scorso marzo, è partito peggio del suo predecessore e ora affronta due sfide decisive: il Real Madrid in Europa e la Lazio in campionato.
The Times si interroga su cosa definisca oggi un “falso grande club”, e trova nella Juventus un esempio calzante: gestione instabile, rendimento altalenante e un’identità smarrita.
Altro punto critico è il mercato. L’epoca dei grandi colpi, come l’acquisto da oltre 250 milioni (tra cartellino e ingaggio) di Cristiano Ronaldo nel 2018, sembra lontana. Eppure, anche dopo di lui, la Juve ha continuato a spendere senza ottenere risultati. L’esempio più emblematico è Dusan Vlahovic: pagato 80 milioni nel 2022, era stato presentato come uno dei migliori attaccanti della sua generazione. Oggi, Tudor lo considera una riserva da ultimo spezzone di gara.
I nuovi arrivi estivi, Jonathan David e Loïs Openda, hanno deluso: un solo gol in due, entrambi superati in classifica marcatori persino dal difensore Lloyd Kelly.
La sensazione è che serva molto più di una vittoria per rialzarsi: serve un progetto. E solo tornando competitivi in campionato e in Europa si potrà sperare di uscire da quella che molti ormai chiamano la “maledizione Manchester United”.
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