Inter, Chivu: "Abbiamo 6 punti da fare, vogliamo passare il turno"
Inter, Chivu: "Abbiamo 6 punti da fare, vogliamo passare il turno"

Tra una conferenza stampa e l’altra del Mondiale per Club, Cristian Chivu sembra trovarsi sempre più a suo agio. Oltre all’italiano e all’inglese che padroneggia con sicurezza, il tecnico dell’Inter ha sorpreso tutti salutando in francese all’ingresso in sala stampa. Non mancano neppure le battute: “Luis Enrique ha detto che vuole una squadra ‘dominante’? Per un attimo ho pensato parlasse del nostro Luis Henrique... Meglio così”.
Proprio il laterale brasiliano, domani, potrebbe partire titolare per la prima volta nella sfida contro gli Urawa Red Diamonds, in programma al Lumen Field, casa dei Seattle Seahawks della NFL. Dalla pancia dello stadio, il tecnico romeno ha parlato nella conferenza della vigilia di un match che si preannuncia insidioso: “Ci aspetta una partita difficile, come tutte in questo torneo. Le squadre europee arrivano da nove mesi intensi, con gare ogni tre giorni. Affronteremo un avversario ordinato, con tre sudamericani e una certa impronta europea. Abbiamo sei punti a disposizione: dobbiamo fare di tutto per passare il turno”.
Il pareggio contro il Monterrey brucia ancora, ma Chivu guarda avanti con fiducia e chiede un passo in più: “Ogni partita ha una storia a sé. Contro il Monterrey abbiamo fatto una gara vera, abbiamo dato tutto. Forse siamo stati troppo leziosi nella manovra e poco cinici sotto porta. Su questo voglio vedere dei miglioramenti. Ma ricordiamoci che non siamo in ritiro: qui non si può sperimentare troppo. È un Mondiale, e le certezze costruite in anni non si devono perdere all’improvviso. Possiamo cambiare qualcosa, ma non troppo: ho giocatori esperti, capaci di capire al volo”.
Il tema tattico, inevitabilmente, torna anche qui a Seattle: “Il modulo? Dipende da come si contano i centrocampisti: a due, a tre, a quattro… anche quelli dietro la punta li considero centrocampisti. Alla fine non è una questione di numeri, ma di come si occupano gli spazi”, ha sottolineato, ribadendo uno dei suoi principi cardine.
Tra le preoccupazioni principali, la condizione fisica: “Il recupero è fondamentale. È l’allenamento migliore. Col tempo dobbiamo tirare fuori le qualità tecniche, la personalità, la voglia di gestire il gioco, di dettare i ritmi e trovare soluzioni”.
Il Giappone affascina Chivu, sia sul piano calcistico che culturale: “Mi piacerebbe visitarlo. Amo il popolo giapponese, la sua cultura e anche il suo calcio: la disciplina e il rigore che mettono in tutto dovrebbero ispirarci. E poi ho un legame speciale: Yuto Nagatomo è stato mio compagno e un grande amico”.
Ma c’è anche spazio per parlare di un giovane a cui Chivu tiene particolarmente:
“Sono curioso di vedere all’opera Pio Esposito. L’ho conosciuto che aveva 13 anni e mezzo, siamo cresciuti insieme. L’ho allenato in Primavera e ho avuto l’onore di farlo capitano. Poi ha fatto esperienza in Serie B, è cresciuto fisicamente e mentalmente. Si è ripreso, ha fatto due allenamenti con noi, e avremo l’occasione di vederlo in campo… magari dall’inizio, o a gara in corso”.
Una risata accompagna la frase, lasciando intendere che il tecnico non intende sbilanciarsi troppo sulla formazione. Per ora, nella corsa al posto da titolare, Pio potrebbe essere superato dal fratello Sebastiano.