Cardinale, ecco dov'è e come si sta muovendo RedBird
Il proprietario del Milan Gerry Cardinale manca a San Siro da novembre ma rimane attivo anche per tutti gli altri interessi di RedBird

Gerry Cardinale investe: l’acquisto del quotidiano britannico The Telegraph da parte di RedBird è stato solo l’ultimo segnale visibile di una strategia ampia e diversificata. Con un investimento da quasi 600 milioni di euro, definito da Gerry Cardinale come “il più grande nel settore della stampa britannica degli ultimi dieci anni”, l’obiettivo dichiarato è quello di “far crescere il marchio nel Regno Unito e a livello internazionale, di investire nella sua tecnologia e di espandere la sua base di abbonati”. Una mossa che conferma la vocazione globale del fondo e l’approccio trasversale del suo fondatore, che continua a guardare ben oltre l’orizzonte sportivo.
Nel panorama delle attività targate RedBird, il Milan rappresenta solo uno dei tasselli: importante, certo, ma non esclusivo. E nemmeno, a giudicare dalle priorità operative, sempre in cima alla lista. Un presupposto fondamentale per leggere il momento attuale del club, segnato da un forte malcontento tra i tifosi e da una stagione sportivamente deludente, che ha lasciato sul campo dodici punti in meno rispetto all’anno precedente e ha sancito l’uscita dalle competizioni europee.
Il tema, ora, è comprendere in che direzione Cardinale voglia spingere il progetto Milan. Quali saranno le strategie messe in campo per rilanciare una squadra priva di vetrine internazionali, fatto che incide non solo sulla sostenibilità economica – il bilancio in chiusura a giugno segnerà un lieve passivo dopo un esercizio in attivo – ma anche e soprattutto sul piano di sviluppo globale del brand. Per un club che vanta circa 500 milioni di tifosi nel mondo, l’assenza dalle coppe rappresenta un duro colpo, anche in termini di visibilità. Ed è proprio per questo che il prossimo tour estivo del 2025 si svolgerà in Oriente, a testimonianza di un'attenzione che va ben oltre i confini europei.
Cardinale, consapevole del fallimento tecnico della stagione già da tempo, ha deciso di riorientare la rotta. Il primo passo è stato il ritorno alla figura del direttore sportivo, inizialmente eliminata e poi riammessa alla luce della sua evidente necessità, soprattutto in Italia. Nei mesi di febbraio e marzo, lo stesso Gerry, affiancato da Ibrahimović, ha incontrato diversi profili, tra cui anche Igli Tare. Altra direttrice chiara emersa dalle ultime valutazioni della proprietà riguarda l’“italianità”: un’esigenza ormai concreta, che coinvolge sia la dirigenza sia la squadra, e che punta all’inserimento di figure italiane o italianizzate. Una linea che si riflette anche nella scelta del prossimo allenatore.
Parallelamente, si impone un altro nodo da sciogliere: quello degli equilibri interni al management, messi a dura prova dalla stagione appena trascorsa. Anche Zlatan Ibrahimović, da sempre definito da Cardinale “i suoi occhi e la sua emanazione a Casa Milan e Milanello”, è finito nel calderone delle critiche, in un’annata che ha travolto tutti, senza eccezioni.
Infine, resta aperta la questione cruciale dello stadio. Dopo mesi di stallo, Milan e Inter sono tornati a dialogare su San Siro, spinti dalla scadenza del vincolo sul secondo anello, che scatterà a novembre. Club e Comune si sono dati come termine orientativo per chiudere l’operazione quello della fine di luglio. Resta da capire se Gerry Cardinale, la cui ultima visita ufficiale a Milanello risale al 26 agosto e che si è poi visto solo a Madrid il 5 novembre (oltre a un presunto blitz milanese il 18 aprile per un incontro con Furlani e Ibra), tornerà di persona a occuparsi del dossier. La sua presenza sul territorio è stata, finora, più simbolica che operativa: anche questo, in fondo, è parte del problema.