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Inzaghi, prima la finale, poi l'addio? L'Arabia lo tenta

Giorni frenetici per il tecnico, diviso tra la Champions League e l'offerta arrivatagli dall'Al-Hilal

Inzaghi, prima la finale, poi l'addio? L'Arabia lo tenta
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Inzaghi, prima la finale, poi l'addio? Due anni fa l’Inter si preparava a sfidare il Manchester City da underdog, con la leggerezza di chi non ha nulla da perdere e tanta fame da mettere sul tavolo. Oggi, alla vigilia della super sfida con il PSG, quella stessa anima ribelle è ancora lì. Viva. Più affilata che mai. Le imprese contro Bayern e Barcellona hanno rinvigorito la truppa di Inzaghi, ma dopo un finale di campionato amaro, quella leggerezza mentale va ricostruita pezzo per pezzo. Il tempo c’è, l’esperienza pure. E la voglia… non manca.

 

Ma qualche spina va tolta. E in fretta.

 

Lo scudetto mancato, le sirene arabe e l’enigma Inzaghi

 

La ferita più profonda resta lo scudetto sfumato, ma il grattacapo più recente ha il volto dell’uomo che ha riportato l’Inter in cima all’Europa: Simone Inzaghi. Le sirene arabe lo tentano, l’Al Hilal è pronto a ricoprirlo d’oro, ma il presidente Marotta si dice “ottimista” sulla sua permanenza.

 

Inzaghi, intanto, risponde con ironia (e un po’ di scaramanzia) al quinto Tapiro d’Oro di “Striscia la Notizia”:

 

«Resto per prendermi anche il sesto…».

 

Poi, davanti a 200 giornalisti, la versione è più misurata ma il messaggio resta:

 

«La mia società mi conosce bene. È come ogni anno: arrivano richieste, ma ora sarebbe folle pensarci. Dopo la finale parleremo. Se ci saranno i presupposti, andremo avanti insieme. Io qui sto benissimo».

 

Chi lo vede in campo, mentre urla “I tempi giusti! I tempi giusti!” ai suoi durante gli allenamenti, fa fatica a immaginarlo su un’altra panchina già il 17 giugno, magari contro il Real Madrid nel Mondiale per Club. Ma l’offerta c’è, e la delusione per lo scudetto può far riflettere. A mente fredda.

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