Gianluigi Buffon è già proiettato agli spareggi di marzo, decisivi per l’accesso al Mondiale. Il capo delegazione azzurro, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato del lavoro di Gattuso, difendendolo dalle critiche eccessive e ribadendo quanto il suo profilo sia quello più adatto a questo gruppo: “Gattuso è l’uomo giusto”, ha detto Buffon. L’ex numero uno ha anche sottolineato come i giornalisti, spesso in contatto diretto con i calciatori più di quanto non lo siano dirigenti e staff, abbiano colto immediatamente il cambio di atmosfera portato da Ringhio. Da quando Gattuso siede sulla panchina azzurra, secondo Buffon, “le critiche della stampa sono diminuite”, mentre a mantenere un livello più alto di contestazione restano soprattutto “i tifosi o presunti tali”.
Buffon, pur riconoscendo le difficoltà incontrate negli ultimi mesi, ha invitato a leggere i risultati con equilibrio, analizzando anche la recente sconfitta subita contro la Norvegia. Il 4-1 di domenica ha generato un’ondata di pessimismo, ma per Buffon non si tratta di un ko da drammatizzare. La Norvegia, ha spiegato, è oggi una delle “tre o quattro squadre migliori del continente”, capace di competere ad altissimo livello grazie a fisicità, organizzazione e un gruppo ormai maturo. Non a caso, l’ex portiere la considera una formazione destinata a fare strada al Mondiale. Ciò che
preoccupa davvero Buffon non è tanto il risultato, quanto l’entità dei gol incassati: “Sette reti subite in due partite contro di loro sono un campanello d’allarme”.
Nonostante tutto, il capo delegazione si è detto convinto che, una volta risolti questi difetti strutturali, “l’Italia potrà giocarsela con chiunque”. Il messaggio che Buffon ha voluto trasmettere attraverso la sua intervista è chiaro: serve fiducia, serve stabilità, e soprattutto serve continuare a lavorare con coerenza intorno a un tecnico che ha riportato grinta, rigore e senso di appartenenza. In vista degli spareggi di marzo, le sue parole rappresentano un segnale forte non solo per l’ambiente, ma anche per un gruppo che continua a cercare certezze.
di Alessandro Brachino