Serie A

Akanji: “Voglio vincere con l’Inter e migliorare sempre”

Il nuovo difensore dell'Inter si racconta: dal campo alla famiglia, dall'Inter alla Nazionale

Akanji: “Voglio vincere con l’Inter e migliorare sempre”

Manuel Akanji si è raccontato su Inter TV e Dazn in un format dedicato ai nuovi acquisti.  Il nuovo difensore dell’Inter ha iniziato il suo racconto da Wiesendangen: “E’ la mia città, non dove sono nato, ma mi ci sono trasferito davvero poco dopo, qualche settimana dopo che sono nato, ci siamo trasferiti tutti lì. Ho vissuto lì fino a diciannove o vent’anni, è dove sono cresciuto e dove ho iniziato a giocare a calcio. Vedevo mio padre farlo, penso di aver iniziato intorno ai sei anni, ho iniziato con una delle mie sorelle che ha tre anni più di me. È da un po’ che non torno in Svizzera, nessuno della mia famiglia vive lì, si sono trasferiti tutti altrove però resterà nel mio cuore sempre. Non ricordo la prima partita giocata ma mi piaceva quel posto, oltre ai miei amici di scuola. Ho giocato lì fino a undici anni, poi ho cambiato squadra”.

La famiglia

“Ricordo il primo trofeo vinto da calciatore professionista con il Basilea, abbiamo vinto campionato e coppa. Ero a Ginevra con tutta la mia famiglia, vincemmo 3-0 contro il Sion che era una squadra solida e che aveva già vinto in passato. Abbiamo fatto una grande partita, è stato bello avere lì la mia famiglia. Nella foto c’è mio padre al mio fianco, lui gioca a calcio e tennis ed è stato lui a trasmettermi la passione per il calcio. Mia mamma giocava a tennis e pallavolo, adesso è una maestra di sci. Io ho tre figli, due maschi e una femmina che ha appena compiuto un anno. Il primo ha cinque anni, il secondo tre. Al primo piace il calcio ma non gli facciamo vedere troppe partite perché finiscono tardi e deve andare a dormire”.

Genio della matematica

“La calcolatrice non mi serve, sono abbastanza bravo in matematica e quindi non mi serve. È successo alle elementari in Svizzera: l’insegnante faceva delle gare di calcolo, ero molto bravo sin da lì e poi sono migliorato facendo anche calcoli più difficili con i numeri di targa per esempio e sono migliorato sempre di più. E’ tutto nella mia testa. Un vantaggio è che le persone non mi possono fregare sui conti perché calcolo tutto rapidamente ma non credo che questa cosa mi aiuti nel calcio”.

Nazionale e Sommer

“Mi rende sempre molto orgoglioso giocare per la Svizzera, è un grande onore. Uno dei miei momenti più belli con la Nazionale è stato agli Europei del 2021, agli ottavi di finale dopo che Sommer ha parato l’ultimo rigore alla Francia. Stavamo perdendo 3-1, abbiamo rimontato 3-3 e siamo andati ai rigori e abbiamo vinto. Emozioni incredibili. Il mio rapporto con Sommer è molto buono, mi ha subito scritto appena sono arrivato all’Inter, a volte mi accompagna agli allenamenti. E’ un grande amico, abbiamo una bella intesa e un bel rapporto”.

Nigeria

“Ho un tatuaggio con l’aquila, che è il simbolo della Nazionale nigeriana con il pallone da calcio sotto. Gioco per la Svizzera ma sono orgoglioso di essere nigeriano anche se ho dovuto prendere una scelta. E’ una cosa che mi porto dentro, non vado in Nigeria da tanto tempo anche perché è difficile perché non ho vacanze in inverno e in estate lì è stagione delle piogge ma ci sono stato 3-4 volte quando ero piccolo”.

La sfida con Lautaro

“Questa era la partita a San Siro, mi sa che avevo anche segnato. L’atmosfera era incredibile, non vedo l’ora di giocare a San Siro, speriamo questa volta che l’Inter porti a casa un bel risultato. La mia prima maglia è stata di Vieri, l’Inter era già parte di me anche se a dire il vero non ero tifoso interista. Seguivo l’Inter perché è stata delle squadre migliori d’Italia se non la migliore anche negli ultimi anni. C’erano già stati contatti con l’Inter, è una delle squadre di più successo negli ultimi anni. L’ho sempre seguita, sono qui adesso e ne sono molto felice. Spero di vincere più trofei possibile e di far parte di questi successi. Voglio giocare, in qualsiasi ruolo va bene. Voglio migliorare, sia come giocatore che come persona, queste sono le cose più importanti”.