Tortu: "Jacobs? Il nostro rapporto è più che buono"

Filippo Tortu torna a parlare del caso "spionaggio" ai danni di Marcell Jacobs, campione olimpico di Tokyo 2020. “So che, se la staffetta 4x100 non dovesse andare come sperato, qualcuno dirà che la colpa è da attribuire a eventuali attriti tra me e Jacobs, a un rapporto incrinato - ha spiegato il velocista brianzolo -. Nulla di più falso: il nostro rapporto, come ho già detto, è più che buono”.  Tortu è stato coinvolto indirettamente nella vicenda a causa del ruolo giocato dal fratello Giacomo, che, con l’aiuto del “superpoliziotto” Carmine Gallo, ha cercato di ottenere prove su una possibile positività di Jacobs ai controlli antidoping. Una situazione complessa che, però, non ha intaccato il legame con il velocista bresciano. “Non ho un’opinione precisa. All’inizio sono rimasto molto sorpreso, ma ora so solo ciò che viene riportato dai media, come tutti. Quello che mi interessava davvero era riuscire a parlare con Marcell. Mi ha detto cose che mi hanno fatto molto piacere, e che ha anche ribadito pubblicamente. Per me questo era fondamentale. Ciò che gli altri dicono non mi riguarda”, ha spiegato Tortu in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.  “Ora, porsi troppe domande non ha senso. Tutto ciò che sappiamo della vicenda è ciò che i media riportano. Ci sono delle procedure da rispettare, e preferisco concentrare le mie energie su ciò che è sotto il mio controllo: l’allenamento. Mi auguro che, alla fine, la verità emerga in modo più sfumato di quanto non appaia ora, e che sia corretta e pulita”. Come emerso anche dagli interrogatori della Procura di Milano, Tortu sarebbe rimasto completamente all’oscuro dell’intera vicenda, con il fratello che si sarebbe mosso in totale autonomia. Ora, però, l’attenzione è rivolta alla staffetta 4x100 metri, dove presto Tortu potrebbe tornare a condividere l’esperienza con Jacobs.