Sarri: "La lazialità ti invade, è uno dei motivi per cui sono tornato"
A Formello è andata in scena la presentazione di Maurizio Sarri

E' iniziato oggi il Maurizio Sarri bis alla Lazio con la presentazione ufficiale dell'allenatore in conferenza stampa. Queste sue prime parole:
"Il percorso lo ha descritto perfettamente il presidente, le problematiche esterne sono state superiori a quelle lavorative e quindi era giusto fermarsi. Ora siamo pronti a ripartire e lo dobbiamo fare come ho detto dal primo giorno ai ragazzi, o si usano degli alibi o si usano queste problematiche come motivazioni. Dobbiamo fare dei miglioramenti, siamo reduci da due settimi posti e non possiamo migliorare tramite il mercato, dobbiamo lottare tutti i giorni per gli altri miglioramenti, ovvero quelli relativi alla crescita dei singoli. Ho detto che la lazialità ti invade e lo dimostrano ancora una volta i tifosi, che si incazzano ma poi ancora una volta sono lì. Questo significa essere laziali e questo è uno dei motivi per cui sono tornato qui".
Ci può raccontare il primo pensiero quando è rientrato a Formello? Cosa ha pensato quando le hanno comunicato che non potevate fare mercato?
"Ho pensato che il presidente mi avesse fregato (ride, ndr). Avevo già preso la decisione di tornare, lasciare per le difficoltà mi sembrava brutto nei confronti della società e dei tifosi. C'è stata un'arrabbiatura di un'ora, poi ho messo da parte. Ho fatto una scelta, ho letto che sono tornato perché non avevo alternative ma ho trattato con quattro società italiane, club arabi e sudamericani. È stata un'estate prolifica, ma ho scelto la Lazio per il rapporto con l'ambiente compresi anche i magazzinieri. Tornare è una soddisfazione".
C'è preoccupazione dopo due settimi posti consecutivi e l'impossibilità di fare mercato?
"L'obiettivo deve essere costruire una buona base per poi intervenire in futuro sulle 2-3 cose di cui avremo bisogno, non c'è preoccupazione. Questa squadra avrebbe bisogno di qualcosa per fare il salto di qualità necessario, in questo momento però non lo possiamo fare e l'obiettivo primario è migliorare. Serve umiltà perché siamo reduci da due settimi posti, ma serve anche convinzione perché c'è margine per crescere. Pensare ad altro ci toglie solo energie, se questo miglioramento ci porterà qualcosa di concreto non lo so".
Quest'anno centrare l'Europa sarebbe un miracolo?
"Vediamo, tutte le considerazioni del momento sono teoriche. Il rischio che squadre ti sono arrivate subito dietro e possano superarti è evidente. Il Como è la squadra più attiva sul mercato, ma questo ci deve interessare fino a un certo punto, l'obiettivo deve essere costruire una bella base per poi diventare competitivi aggiungendo 2-3 innesti. Più faremo crescere questi ragazzi più saremo solidi, in questo momento se ragioniamo sulle altre squadre ci facciamo del male da soli. Dobbiamo pensare a lavorare e andare in un'unica direzione, serve determinazione feroce".
Dopo dieci giorni di allenamento cosa può dirci su Tavares e Dele-Bashiru?
"Prima di tutto mi lego a ciò che diceva il presidente, ovvero che si può provare a portare a un limite la squadra ma questo limite magari non è sufficiente. Il fattore economico è fondamentale e lo dimostra il fatto che vincono sempre le società che hanno un fatturato mostruoso. Tavares e Dele-Bashiru sono due libri da scrivere, l'approccio è buono. Nuno non è tatticamente come pensavo, l'esperienza da giovane al Benfica gli ha lasciato qualcosa di importante. Dele è un ragazzo di grande forza, se impara qualche movimento ci può dare una grande mano. Noi questa settimana si voleva lavorare su moduli alternativi, ma abbiamo deciso di posticipare per evitare di mandare in confusione qualche giocatore. Ci lavoreremo quando i giocatori avranno certezze".
Ha trovato una squadra che può intraprendere un percorso come quello precedente?
"C'era un livello di esperienza ben diverso, lì c'era da raccogliere. Oggi bisogna seminare, ci sono giocatori con potenziale che hanno conoscenza tattiche non ancora di alto livello, qui c'è da costruire mentre precedentemente si aveva una rosa esperta. Ci serve più costruzione".
Rispetto a quando è andato via la squadra le sembra più o meno forte?
"La Lazio la vedo come una squadra che si sta impegnando in allenamento, tutto il resto è aleatorio. Nel passato c'erano giocatori fatti come Immobile e Luis Alberto che avevano 10 anni di esperienza alla Lazio, questa è una squadra che magari dal punto di vista tecnico può avere qualcosa in meno, ma può avere più caratteristiche fisiche per impattare sulla partita. Se queste caratteristiche saranno adatte al mio gioco non lo so, però non possiamo fare un paragone con giocatori che hanno fatto la storia della Lazio negli ultimi venti anni".
Si è dato una spiegazione di cosa è mancato alla Lazio recentemente?
"Ho detto che dall'esterno avevo la sensazione che sia mancato questo impatto emotivo che per 4-5 mesi la squadra ha avuto e mi ha fatto impressione per l'energia nervosa e caratteriale che aveva. Può anche darsi che le energie nervose erano al lumicino, sono state giocate tante partite e non parlerei di fallimento per la scorsa stagione. Due anni fa c'era un gruppo con età media molto elevata, c'era bisogno di un cambiamento e i giocatori arrivano a un momento del loro percorso in cui sentono la necessità di cambiare. I cicli finiscono, su questo non c'è niente da fare. Bisogna innescare un ciclo nuovo e non è sempre così semplice, tra un paio d'anni faremo i conti".
Tornando indietro Sarri avrebbe accettato la Lazio consapevole di non aver potuto far mercato?
"La vita è fatta di scelte, non puoi mai sapere quali effetti possano portare altre scelte. Da quel punto di vista sono ignifugo, non guarderò mai indietro e sindacare sulle possibili scelte fatte o non fatte. Dovevo solo scegliere se rimanere o meno e ho ritenuto fosse il caso di rimanere e affrontare tutte le difficoltà con la gente laziale".
Sente la responsabilità anche del garante della stagione della Lazio?
"Sento di avere l'obbligo di dover dare tutto per rispetto a questa gente. Io non posso essere garante di risultati, né di comprare giocatori da 100 milioni. Io devo sentirmi garante di portare la mia professionalità e mettere l'anima cercando di trascinare un gruppo, magari questo non basterà perché ci serve la gente al nostro fianco. Magari possono criticarci tutta la settimana, ma poi abbiamo bisogno della gente al nostro fianco. Sento la gente partecipe al 100%".
Ha qualche idea sui due calciatori che potrebbero partire? Come ha trovato Provstgaard?
"Visto che in 14 non si può giocare qualche scelta andrà fatta, sarà il percorso che ci dirà chi merita di giocare di più. Sono stati fatti nomi di giocatori che giocheranno tante partite, pensare di avere una gerarchia dopo 8-9 giorni di allenamento è una follia. In questo momento ci sono giocatori che entrano subito in condizione e altri che avranno bisogno di più tempo. Provstgaard ha una grande attitudine al lavoro, ha una professionalità incredibile. È un ragazzo destinato a crescere e fare una carriera di buon livello, poi in questo momento ha da mettere apposto anche lui alcuni dettagli".