Processo morte Maradona: le ultime evoluzioni
Si arricchisce di un nuovo capitolo il processo sulla morte di Maradona. Secondo un medico testimone sarebbe servito un ricovero in un centro di riabilitazione

Il processo in corso per la morte di Maradona ha visto la testimonianza di un medico che ha sollevato dubbi sulle cure ricevute dalla leggenda del calcio prima della sua morte. Secondo il dottor Mario Alejandro Schiter, che ha seguito Maradona per due decenni, la star argentina avrebbe dovuto essere ricoverata in un centro di riabilitazione, piuttosto che essere dimessa a casa dopo l'intervento del 2020. Maradona è scomparso il 25 novembre 2020, all’età di 60 anni, mentre era ricoverato nella sua abitazione, alla periferia di Buenos Aires.
"Avrebbe dovuto andare in una clinica di riabilitazione... un posto più protetto per lui", ha dichiarato alla corte Schiter. "Conoscendo il paziente, non avrei suggerito il ricovero a casa: non era facile da gestire, data la mia conoscenza diretta per averlo curato nel momento peggiore della sua vita", ha aggiunto il medico, che si era occupato della sua dipendenza da sostanze.
L'ex moglie di Maradona in aula: «I medici lo avevano sequestrato. Chiedeva aiuto, ma che potevo fare?» https://t.co/I9WG98vUAP
— Corriere della Sera (@Corriere) April 9, 2025
L'accusa sostiene che i sette professionisti coinvolti nel caso, tra cui neurochirurghi, psichiatri, psicologi, dottori e infermieri, non abbiano fornito un’assistenza adeguata, il che potrebbe aver influito sulla morte di Maradona. Schiter ha dichiarato di aver agito come consulente e di non avere potere decisionale, sottolineando che i responsabili della clinica gli avevano comunicato che era stata presa la decisione di procedere con il ricovero a domicilio.
Alcuni testimoni al processo hanno riferito che la casa in cui è stato ricoverato Maradona non era equipaggiata con le necessarie attrezzature mediche. Schiter, che ha anche assistito all'autopsia del corpo di Maradona, ha aggiunto che "tutte le prove suggeriscono che non sono state fornite cure modificabili, il che ha portato a un'insufficienza cardiaca".
Arrivano anche le dichiarazioni della sua ex moglie, Veronica Ojeda: “Ogni volta che lo vedevo mi chiedeva aiuto - ha raccontato Veronica in tribunale - e io non sapevo cosa fare. Lo tenevano sotto sequestro, lui aveva paura di tutto”.