Ancelotti, il legale: "Ha sbagliato il Real Madrid"
Seconda giornata di dibattimento per il processo a Carlo Ancelotti per frode fiscale. Il legale: "L'interesse era del Real..."

Un'altra giornata piena di emozioni: apprensione in primis ma anche sollievo e soddisfazione. Carlo e Mariann Ancelotti hanno concluso il secondo e ultimo giorno di dibattimento nella Sala 3 del Juzgado Numero 30 dell’Audiencia Provincial di Madrid, e ora sono in attesa del verdetto.
Il giudice dovrebbe pronunciare la sua decisione in un lasso di tempo che varia tra le 2 e le 4 settimane, secondo quanto interpretato dagli esperti. Se Ancelotti venisse assolto, potrebbe recuperare 1,4 milioni di euro dell'ammenda che aveva versato nel 2021 al fisco spagnolo. In caso di condanna, la pena richiesta sarebbe di 4 anni e 9 mesi di reclusione.
Sono stati giorni difficili per Carlo e Mariann. Ieri sono state ascoltate le testimonianze di Mariann in aula, di sua figlia Chloe, che ha partecipato in videoconferenza da Los Angeles, e di Davide Ancelotti, che era presente in aula. Oggi Mariann è tornata come spettatrice e ha vissuto con ansia le oltre quattro ore di udienza. Inizialmente hanno preso la parola quattro periti, tre chiamati dall’accusa e uno dalla difesa. Successivamente sono intervenuti gli avvocati. Carlos Zabala, difensore di Ancelotti, ha dedicato 35 minuti alla sua arringa, esponendo con chiarezza e determinazione le motivazioni che spiegano il sollievo e la soddisfazione di Ancelotti, come abbiamo già detto in apertura.
"Se il Real Madrid avesse rispettato i propri obblighi contrattuali, Ancelotti non sarebbe qui – ha detto l’avvocato della difesa. – Ancelotti col Real Madrid e con il Bayern Monaco (la sua squadra successiva, raggiunta nel 2016, ndr) ha firmato per la stessa cifra: 6 milioni di euro netti a stagione. Solo che nel contratto tedesco si riportano le cifre al netto mentre la legislazione spagnola lo proibisce”. Da questa disparità di trattamenti, secondo l’avvocato Zabala, sono derivati i problemi che hanno portato a quello che definisce uno “Sproposito contrattuale”.
"Si è accusato Ancelotti di voler defraudare il fisco nascondendo i propri guadagni – ha insistito Zabala. – Ma chi aveva interesse ad occultare qualcosa era il Real Madrid per ottenere una tassazione più favorevole. Carlo trattava al netto, per lui non c'era differenza sul modo di ricevere il salario, mentre era il Madrid ad avere interesse a creare la struttura 85/15 (85% salario, 15% in diritti d’immagine, ndr). L’accusa ha parlato di connivenza tra Ancelotti e il Real Madrid, ma allora perché il Madrid non è qui?
Ancelotti, quando firma le condizioni dell’accordo, non si preoccupa perché si fida. Con la struttura proposta dal club, non ottiene alcun beneficio, perché il vero vantaggio va a chi paga le tasse sul suo contratto, cioè il Real Madrid. È il club che ha sbagliato con la trattenuta fiscale, e va ricordato che nel 2020 una sentenza del Tribunale Supremo ha condannato il Rayo Vallecano per aver commesso errori fiscali legati ai pagamenti ai propri giocatori. In quel caso, però, non furono indagati i calciatori, ma solo il club. Qui invece, si è cambiato il criterio e adesso Ancelotti è accusato da tutti. Ripeto, se il Madrid avesse fatto le cose correttamente, Ancelotti oggi non sarebbe qui".
Zabala ha continuato a demolire una delle due colonne portanti dell'accusa, quella relativa alla struttura societaria creata da Carlo, accusata di frodare il fisco. L’altra accusa riguarda la residenza fiscale di Ancelotti nel 2015: la Fiscalia sostiene che dovesse tributarvi integralmente, mentre la difesa ribatte che ciò non fosse necessario, visto che Carlo è rimasto in Spagna per meno di 183 giorni, dato ormai assodato.
Dopo aver perso la battaglia sulla durata della residenza in Spagna, la Fiscalia ha cambiato strategia, sostenendo che il centro d’interesse economico e personale di Ancelotti fosse comunque a Madrid, anche dopo il licenziamento da parte del Real Madrid. "Non è così. La famiglia risiedeva a Londra e la casa in affitto a Madrid è stata tenuta fino a ottobre per ragioni puramente contrattuali. Carlo, da quando ha lasciato Madrid il 29 maggio, non ci è mai più tornato. E infatti suo figlio Davide è stato considerato non residente a Madrid nel 2015 e ha ottenuto una devoluzione delle tasse pagate al fisco spagnolo. Suo padre Carlo è stato esposto al ludibrio pubblico. Con la minaccia del carcere, l’erario spagnolo prova a vedere se l’accusato paga”.
Zabala ha chiesto l’assoluzione per il suo cliente, mentre l’accusa ha chiesto la condanna. Carlo e Mariann Ancelotti ora aspettano con fiducia, dopo giorni di intensa tensione. I coniugi, alla fine dell’udienza, hanno sciolto la tensione con un bacio sulle labbra, dopo aver dovuto rendere pubbliche tante questioni private e familiari. Successivamente, Carlo è salito sulla macchina messa a disposizione dal Real Madrid per recarsi a Valdebebas, dove alle 16 aveva inizio l’allenamento.