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Chivu si “affida” a Inzaghi, la rivoluzione è rimandata

Dopo un avvio turbolento il tecnico rumeno si affida alle certezze del passato: modulo intatto, piccoli aggiustamenti e la speranza di una crescita graduale.

Chivu si “affida” a Inzaghi, la rivoluzione è rimandata

Dopo i primi scossoni della stagione, Cristian Chivu ha scelto di rimettere i piedi per terra e affidarsi alla vecchia rotta tracciata da Simone Inzaghi. Niente rivoluzioni tattiche, niente cambio radicale di modulo: l’allenatore rumeno ha fatto un passo indietro rispetto ai suoi iniziali bollori, puntando su pragmatismo e certezze per raddrizzare la rotta di un’Inter che aveva iniziato tra dubbi e scivoloni.

L’idea di trasformare i nerazzurri in una squadra diversa, più verticale e aggressiva, è naufragata presto, complice un mercato che non ha portato gli innesti desiderati. Mancano ancora un centrocampista fisico capace di reggere una mediana a due e un vero assaltatore di fascia (il sogno estivo era Manu Koné, mentre un profilo alla Lookman avrebbe cambiato le cose in trequarti). Così il 3-5-2 “inciso nella pietra” da Inzaghi è rimasto il punto di partenza, con qualche ritocco: pressing più alto e calcio più diretto quando possibile, ma senza strappi.

«Non voglio cancellare ciò che la squadra ha fatto di buono, solo limare i difetti», ha spiegato Chivu dopo il ko con l’Udinese. Dopo la seconda sconfitta allo Stadium ha parlato di «pragmatismo e concretezza», e i fatti gli hanno dato ragione: le vittorie contro Ajax e Sassuolo hanno riportato serenità e punti.

I volti nuovi si vedono a piccole dosi: Akanji si è inserito con naturalezza in difesa, Sucic ha preso posto in mezzo con compiti simili a Mkhitaryan, mentre dietro alla coppia Thuram-Lautaro iniziano a intravedersi spiragli di futuro con i giovani Bonny e Pio Esposito. Ma l’ossatura è rimasta quella di prima: la transizione dall’era Inzaghi è solo agli inizi.

Chivu ora sembra guardare a un modello concreto: quello di Antonio Conte, capace di conquistare lo scudetto partendo da una difesa in affanno (7 gol subiti nei primi 360 minuti) e risalendo gradualmente verso la vetta. Il problema, però, è che tra il dire e il fare ci sono un mercato incompleto e qualche limite strutturale che il tecnico dovrà saper gestire.

L’Inter ha ritrovato un po’ di calma dopo le prime mareggiate, ma la rotta resta da verificare in acque più agitate: il viaggio di Chivu è appena iniziato.