Il 3-0 di Udine poteva sembrare un episodio isolato, ma il tris in Coppa Italia contro il Lecce conferma che il nuovo Milan di Massimiliano Allegri ha cambiato pelle: non solo risultati, ma anche spettacolo e concretezza. Altro che “corto muso“: i rossoneri chiudono le partite con largo anticipo, mettendo al sicuro il punteggio già a inizio ripresa in campionato e dopo un’ora nei sedicesimi contro i salentini. Per numero di occasioni create, i gol potevano essere persino di più: è un Milan che gioca e diverte, restando però letale come piace a Max.
Questa è già la miglior partenza di Allegri sulla panchina rossonera: nelle sue precedenti stagioni non aveva mai superato tre vittorie nelle prime sei gare ufficiali, ora è a quota cinque. Un avvio tra i più brillanti anche rispetto alle annate juventine, quando partiva forte grazie a bomber come Higuain, Dybala e poi Cristiano Ronaldo.
A fare la differenza è un attacco corale: dodici gol in stagione con firme distribuite in tutto il reparto. Pulisic guida il gruppo da falso secondo attaccante, mentre a segno sono andati anche i centrocampisti Fofana e Loftus-Cheek, il difensore Pavlovic e la classe di Modric. Davanti, oltre al ritrovato Gimenez, brillano la novità Nkunku e un Leao trasformato in centravanti puro prima dell’infortunio. Senza dimenticare l’attesa per Jashari, pronto a inserirsi con dinamismo negli schemi offensivi.
Un altro dato conferma l’anima offensiva del nuovo Milan: è la squadra con il più alto valore di Expected Goals in Serie A e tra le migliori in Europa per occasioni create. Nonostante undici legni colpiti – record nei cinque principali campionati – i rossoneri restano letali e avrebbero potuto segnare ancora di più.
Il messaggio è chiaro: il Milan di Allegri non solo vince, ma ora lo fa con convinzione e spettacolo, candidandosi a un ruolo da protagonista assoluto.