Milan, il debutto shock è un campanello d'allarme forte e chiaro
La sconfitta con la Cremonese agita l'ambiente rossonero: non si vedono miglioramenti rispetto alla scorsa stagione, servono rinforzi

Se il buongiorno si vede dal mattino, il Milan rischia un'altra stagione complicata. L'arrivo di Massimiliano Allegri in panchina non è bastato a restituire luce a una squadra che sembra ancora intrappolata in un tunnel senza uscita. A San Siro, in un clima surreale, si è rivisto lo stesso copione dell'ultimo anno: fiammate isolate, errori difensivi in serie – con la consueta mancanza di percezione del pericolo evidenziata dallo stesso tecnico – e una manovra offensiva interamente affidata alle invenzioni dei singoli. Senza le accelerazioni di Leao, l'unico in grado di spaccare le difese, il bilancio diventa inevitabilmente più amaro.
Chi conosce Allegri sapeva che non avrebbe trasformato il Milan in una squadra spumeggiante. Era però lecito aspettarsi un gruppo organizzato, con poche idee ma chiare. Al contrario, contro la Cremonese non si è visto nulla: automatismi quasi inesistenti, gioco sulle corsie laterali sterile, mancanza di soluzioni alternative a Santiago Gimenez in attacco.
Il pesante ko contro una neopromossa deve far riflettere anche i vertici di Casa Milan. Mancano solo nove giorni alla chiusura del mercato e l'attuale campagna acquisti, seppur numericamente ricca, non ha ancora prodotto l'uomo in grado di cambiare volto alla squadra. Nemmeno l'esperienza di Modric, in un contesto così disordinato, può fare miracoli.
Il Milan ha bisogno urgente di due rinforzi veri: un difensore centrale di personalità, perché Pavlovic e Gabbia non offrono garanzie, e una punta in grado di alternarsi con Gimenez. Nel frattempo Allegri dovrà riflettere anche su un possibile cambio di modulo per mascherare le lacune sulle fasce e cercare una solidità che, oggi, appare ancora lontana.