Il giorno in cui il calcio italiano cambiò volto: l’arrivo di Cristiano Ronaldo
Sette anni fa lo sbarco in Italia di CR7, un colpo entrato nella storia del calciomercato

È l’estate del 2018 e in Russia si sta disputando la ventunesima edizione del Mondiale. Ma per la prima volta dopo oltre mezzo secolo, l’Italia è assente: la Nazionale non si qualifica al torneo, esclusa dalla Svezia dopo un drammatico spareggio giocato tra l’andata di Solna e il ritorno di San Siro. Il sistema calcio, la FIGC, e con loro l’intero Paese, sono sotto shock: un’assenza così pesante dal palcoscenico mondiale non si vedeva dagli anni Sessanta. Il calcio italiano è in crisi: i fasti dei tempi d’oro sembrano lontani, e nessun club italiano, al 2018, ha più vinto una competizione europea dal triplete dell’Inter nel 2010. Serve una scossa. E se dalla Nazionale non arriva, sarà la Juventus a darla. La squadra più titolata, più tifata e più “azzurra” d’Italia firma il colpo del secolo: Cristiano Ronaldo sbarca a Torino. L’operazione si chiude per 112 milioni di euro: 100 al Real Madrid, 12 destinati al fondo di solidarietà FIFA e altri oneri accessori. Un investimento mai visto in Italia, ma proporzionato al calibro del giocatore: CR7, uno dei più grandi di sempre.
Il Ronaldo Day
Il 10 luglio 2018 il Real Madrid ufficializza la cessione con un comunicato: è lo stesso Cristiano ad aver espresso la volontà di iniziare una nuova avventura in bianconero. È un terremoto mediatico. I tifosi italiani, non solo juventini, sono increduli. Non accadeva da anni che un fuoriclasse di questa portata approdasse in Serie A, dopo l’addio di Ibrahimović nel 2012 (ritornerà solo otto anni dopo). Eppure, l’idea di vestire bianconero era già nata qualche mese prima: nei quarti di Champions 2017-2018, Ronaldo segna un gol iconico allo Juventus Stadium, in rovesciata. Lo stadio si alza in piedi ad applaudirlo. Da quel momento, qualcosa si accende. Insieme al suo agente Jorge Mendes, Cristiano individua Torino come la prossima tappa. A chiudere l’operazione, sarà il blitz in Grecia del presidente Andrea Agnelli, che raggiunge l’asso portoghese in vacanza con un volo privato partito da Pisa.

16 luglio: un giorno da ricordare
Il 16 luglio 2018, Cristiano Ronaldo atterra a Torino. Alle 9,55 entra al J Medical, accolto da oltre un migliaio di tifosi in visibilio, alcuni giunti da tutta Italia. Alle 15,30 termina le visite mediche, saluta i tifosi e si dirige alla Continassa per conoscere Allegri e i nuovi compagni. Alle 18,30 si tiene la prima conferenza stampa: 300 giornalisti, 45 telecamere, un evento globale. Accanto a lui, Fabio Paratici, il vero architetto dell’operazione. Ronaldo esordisce con una frase che diventerà simbolo della sua nuova sfida: “Alla mia età molti giocatori vanno in Cina o in Qatar. Io non sono in ferie. Sono diverso dagli altri.” La Serie A 2018-2019, quella che riporta lo stadio pieno ogni domenica, sta per iniziare.
Cosa ha lasciato CR7?
Nelle sue tre stagioni in bianconero, Cristiano segna 101 gol in 134 partite, di cui 81 in campionato. Con lui, la Juventus conquista due Supercoppe italiane, una Coppa Italia e due scudetti consecutivi (2018-2019 e 2019-2020). L’ultima stagione si chiude con un quarto posto in Serie A. Non è arrivata la Champions, vero obiettivo della società.

Ma Ronaldo ha fatto il suo: ha alzato il livello, ha attirato sponsor e pubblico, ha riportato entusiasmo. Forse, come spesso accade, si è preteso troppo da un singolo in uno sport collettivo. Ma nessuno può negare che il suo passaggio in Italia abbia segnato un prima e un dopo.
Alessandro Brachino