Wimbledon

Sinner-Shelton, i precedenti: la sfida si rinnova sull’erba

Dopo la prima sfida a Shanghai nel 2023, l’azzurro ha dominato gli scontri diretti. Ma il talento mancino di Ben resta un’incognita pericolosa.

Sinner-Shelton, i precedenti: la sfida si rinnova sull’erba
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Sinner-Shelton, atto sesto. Dalla loro prima sfida nell’ottobre 2023 a Shanghai, molti parlarono del “fattore S”. S come Shelton, perché di Sinner già si conoscevano le qualità straordinarie, e di lì a poco il ragazzo altoatesino avrebbe completato la sua esplosione definitiva. In quell’occasione l’americano, figlio dell’ex numero 55 Bryan Shelton (oggi anche suo allenatore), si impose in tre set, lasciando intravedere un potenziale fuori dal comune. Da lì in avanti, per molti era già pronto a sedersi al tavolo dei “supereroi” della nuova generazione, al fianco proprio di Jannik, Alcaraz e Rune.

Oggi, a quasi un anno di distanza, il presente racconta altro. Mentre Sinner ha scalato il ranking fino alla vetta e collezionato titoli prestigiosi, Ben Shelton continua a lavorare per trovare una sua stabilità. Il nuovo best ranking da numero 9 del mondo certifica le ambizioni del 22enne americano, ma la sua crescita rimane discontinua, vittima di un tennis sempre ad alto rischio e spesso privo di equilibrio. Paradossalmente, il suo 2024 ha detto più sulla terra battuta (finale a Monaco, ottavi a Parigi persi con Alcaraz) che sul veloce o sull’erba, superficie sulla quale l’approccio a Wimbledon è stato disastroso: due sconfitte al primo turno su tre tornei di preparazione.

Eppure ai Championships, complici un tabellone non impossibile e un servizio che sull’erba può fare molti danni, Shelton ha ritrovato smalto. Contro Sonego ha giocato con freddezza nei momenti chiave, segno di un processo mentale in crescita.

Ma ora c’è di nuovo Sinner. E qui il terreno si fa impervio. Dopo il successo di Shanghai, l’azzurro ha dominato il confronto diretto: cinque vittorie consecutive, senza cedere nemmeno un set. Dodici parziali a zero che raccontano una superiorità evidente, costruita su doti tecniche e tattiche superiori e su una lettura del match che manda sistematicamente in tilt lo statunitense.

Quando affronta Shelton, Sinner alza il baricentro del suo tennis. Gioca in modo ancora più aggressivo, spingendo con costanza sul rovescio dell’americano, colpo meno stabile rispetto al diritto esplosivo. La risposta, fiore all’occhiello dell’azzurro, riduce drasticamente l’efficacia della prima palla di servizio di Shelton, soprattutto quella al corpo, che in media contro Sinner perde il 30% del suo rendimento abituale.

Shelton, di fronte a questa pressione costante, è spesso costretto a prendersi rischi eccessivi, diventando disordinato e falloso. Sinner, al contrario, continua a muoversi su binari di pieno controllo, imponendo un ritmo e una profondità con cui il mancino americano fatica ad adattarsi.

Oggi, nel secondo match sul Campo 1 (dopo Swiatek-Samsonova), la storia si arricchisce di un nuovo capitolo. Sinner, condizionato negli ottavi dal problema al gomito, ha bisogno di certezze. Shelton, libero da pressioni, può tentare l’impresa. Ma se il numero uno del mondo tornerà padrone del suo tennis, la strada per Ben resterà ancora una volta sbarrata. Al campo, l’ultima parola.