Baroni, la conferma dipende dall'Europa: senza può cambiare tutto
Il tecnico ha un contratto fino al 2026 e ha già incassato la fiducia della società, ma senza qualificazione alle coppe le cose potrebbero cambiare

Baroni si gioca il futuro. Solo un punto separa la Lazio dalla certezza dell’Europa. Non quella sognata a inizio stagione, magari, ma quella che serve come ossigeno per non mandare tutto in fumo.
Il pareggio last minute a San Siro contro l’Inter, dopo quello con la Juve all’Olimpico, è l’ennesima prova di una squadra che non molla mai, neanche quando tutto sembra sfuggire. Niente record di vittorie esterne in campionato (gliene serviva una in più), ma arriva un piccolo primato comunque gustoso: la Lazio è rimasta imbattuta in trasferta contro le prime tre della classifica. Vittorie a Napoli e Bergamo, pari contro l’Inter. Mica poco, in una stagione cominciata tra mille incognite. La realtà ora è chiara: un pareggio domenica contro il Lecce e la Lazio sarà aritmeticamente sesta, con un biglietto garantito per la Conference League. Missione compiuta? Forse. Perché i sogni non sono ancora del tutto svaniti.
Gli incastri della speranza
Per la Champions League serve un mezzo miracolo: battere il Lecce e sperare che la Juventus cada a Venezia e la Roma non vinca a Torino. Difficile, ma non impossibile. Per l’Europa League, invece, lo scenario è meno folle: basta che la Roma non batta il Torino. Occhi puntati su più campi, insomma, in un’ultima giornata che si preannuncia elettrica. Ma c’è anche l’ipotesi più amara, quella che nessuno a Formello vuole nominare: restare fuori da tutto. Succederebbe solo se la Lazio perdesse e la Fiorentina vincesse a Udine (con gli scontri diretti a favore, sarebbero i viola a volare in Conference). Tutto si gioca domenica. E la posta in palio è altissima. Perché un’eventuale esclusione dalle coppe sarebbe un fallimento pesante, sia dal punto di vista economico che progettuale. E lascerebbe macerie difficili da ricostruire.
Baroni, il futuro passa da qui
Marco Baroni lo sa bene. La sua Lazio ha sorpreso per dedizione e compattezza, ma senza Europa rischierebbe di vedere messo in discussione anche il buon lavoro fatto. Eppure, la sua panchina per ora è solida: contratto fino al 2026, fiducia confermata da Lotito e dal d.s. Fabiani, e una crescita oggettiva della squadra sotto il suo comando. Ma guai ad abbassare la guardia. Anche perché Baroni non potrà neppure essere in panchina contro il Lecce: sarà squalificato e guarderà dalla tribuna. “Dobbiamo vincere a tutti i costi, per noi e per i tifosi”, ha detto subito dopo il pari con l’Inter. Parole chiare. E vere. Un successo garantirebbe l’Europa, rafforzerebbe la sua posizione e spegnerebbe sul nascere ogni voce su eventuali ribaltoni. A fine stagione ci sarà comunque un confronto con la società, un bilancio da tirare, un piano per il futuro da costruire. Ma senza drammi, come accadde l’anno scorso con Tudor, che lasciò a sorpresa. Ecco perché il match contro il Lecce vale molto di più dei tre punti: è lo spartiacque di un’intera stagione, il bivio tra continuità e ripartenza. E ora la palla passa ai giocatori. Perché il destino è ancora nelle loro mani.
🗓️ 25.05.2025 - 20:45
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