Silenzio stampa per l'Inter che protesta contro arbitro e Var
Silenzio stampa per l'Inter che protesta contro arbitro e Var. Sotto la lente d'ingrandimento anche la scelta di Guida all'Avar

E ora silenzio stampa. Dopo che la corsa scudetto sembrava incredibilmente tornato a portata di mano l'Inter di Simone Inzaghi è tornata a vivere un incubo ad occhi aperti sprecando tutto nel modo più doloroso e incomprensibile, mancando la vittoria contro la Lazio proprio nel momento in cui il destino aveva rimesso la volata tricolore nelle sue mani. A Parma era arrivato il favore più inatteso, ma i nerazzurri lo hanno vanificato con una prestazione schizofrenica e un secondo tempo impalpabile, reso ancora più amaro da un rigore che ha acceso la polemica e lasciato la squadra in silenzio stampa.
Il 2-2 finale, arrivato con la massima punizione concessa per un tocco di braccio di Bisseck dopo la giocata di Castellanos, ha infiammato lo staff tecnico e i dirigenti, indignati per la decisione di Chiffi e per l’intervento del Var. La rabbia è rimasta muta ma palpabile, in uno dei silenzi più rumorosi degli ultimi anni in casa interista.
La frustrazione si è alimentata anche per la presenza nel team arbitrale di Marco Guida, designato come Assistente Var: il fischietto di Pompei aveva recentemente scelto di non dirigere gare del Napoli per “motivi di serenità”, ma ha comunque accettato un ruolo chiave in una partita così delicata. Il suo coinvolgimento non è passato inosservato, tanto più alla luce delle sue dichiarazioni rilasciate l’8 aprile a Radio Crc, emittente legata al club partenopeo.
Le ombre arbitrali si sommano ai fantasmi del recente passato: torna alla mente l’episodio controverso di Inter-Roma, quando Ndicka abbracciò Bisseck in area senza intervento del Var. Ancora una volta, protagonista involontario il difensore tedesco, al centro delle situazioni più contestate. Dopo il fischio finale, Inzaghi – espulso nei concitati istanti conclusivi – è rimasto a lungo chiuso negli spogliatoi con la squadra e i dirigenti, provando a placare la delusione e a metabolizzare una serata da dimenticare.
Il colpo di grazia, in una gara già amara, lo ha dato Marko Arnautovic: gettato nella mischia per l’assalto finale, ha sciupato malamente al 95’ l’occasione decisiva su assist di Acerbi. Una beffa doppia, se si pensa che proprio l’austriaco era stato decisivo nel 2022 con la maglia del Bologna, nella disfatta di Radu che consegnò lo scudetto al Milan. I corsi e ricorsi del destino, ancora una volta, puniscono l’Inter nel momento più delicato.
E ora, a una giornata dal termine, tutto è di nuovo in bilico. Il PSG incombe all’orizzonte, ma il presente impone alla squadra di dimenticare in fretta quanto accaduto e di ritrovare lucidità in un campionato che continua a riservare colpi di scena. Con un’amarezza che rischia di superare persino quella di tre anni fa, la volata scudetto resta apertissima. Ma l’Inter sa di essersi ferita da sola. E difficilmente potrà perdonarselo.