Simonelli: "Ecco perché non si poteva rinviare Atalanta-Lecce"
Il presidente della Lega Serie A spiega i motivi per cui non si è potuta spostare la gara tra nerazzurri e salentini

Ezio Maria Simonelli, presidente della Serie A, ha voluto spiegare la posizione della Lega Calcio in merito al mancato rinvio di Atalanta-Lecce, giocata domenica sera nonostante le forti proteste dei salentini, che avrebbero voluto rinviare la gara dopo la morte del fisioterapista Graziano Fiorita. "Come uomo esprimo la mia vicinanza e la mia partecipazione alla famiglia in primo luogo e a tutti a Lecce: la squadra, la dirigenza e la tifoseria - ha detto Simonelli -. Come Presidente della Lega mi sento in dovere di spiegare le ragioni di una scelta che appare come inopportuna. Una diversa data per spostare la partita Atalanta-Lecce non avrebbe tutelato la regolarità di un campionato che vede alcune squadre lottare per la salvezza e altre per traguardi eccellenti come l’accesso alle diverse Coppe Europee. La regolarità della competizione la si garantisce sfruttando la prima finestra utile, e la prima giornata utile era domenica, spostare ulteriormente la partita di 'qualche giorno' avrebbe significato come minimo mercoledì 30, causando la necessità di rinviare anche Lecce-Napoli, in programma sabato 3, con un incastro impossibile da gestire. Spostarla addirittura a fine maggio, avrebbe potuto significare falsare il campionato, con una Atalanta magari meno motivata o parte dei giochi salvezza già fatti".
La protesta del Lecce
A Bergamo il Lecce è sceso in campo con una maglia interamente bianca, su cui campeggiava la scritta "Nessun valore, nessun colore", presa di posizione che ha fatto seguito al duro comunicato del club prima della gara: "L'U.S. Lecce ritiene che la decisione della Lega di recuperare la gara con l'Atalanta a poche ore di distanza dalla scomparsa del nostro Graziano Fiorita, sia terribilmente irrispettosa del grave lutto che ha colpito la famiglia del ragazzo, la Società e i tifosi del Lecce. In altri casi, altrettanto dolorosi, sono state prese decisioni più ragionevoli. Emerge una gerarchia della morte in base al blasone della società colpita, o peggio ancora, in considerazione del ruolo rivestito da chi viene a mancare.
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Graziano Fiorita è deceduto mentre era in ritiro con la squadra, lontano da sua moglie e dai suoi 4 figli ed ancora giace a migliaia di chilometri di distanza da casa, in attesa che il magistrato ne autorizzi il ritorno. Questa gara non andava disputata oggi, ma tutti i tentativi di rinviarla sono stati cinicamente rigettati. Si ringrazia il Ministro dello Sport Andrea Abodi che fino all'ultimo, ma senza successo, ha tentato di far disputare la partita in una data più consona. La memoria di Graziano non si onora non presentandosi in campo o facendo giocare la Primavera. Giocheremo la partita 'dei valori calpestati', ma lo faremo indossando una anonima casacca bianca, che non ci rappresenta, senza colori, stemmi e loghi. Torneremo a vestire la nostra maglia quando Graziano ritornerà a casa e sarà omaggiato, come merita, dalla sua gente".