Real Madrid

Ancelotti: "Amo questo club e spero di restare a lungo"

Il tecnico blanco non si arrende e ribadisce il suo amore per il Real Madrid. "Stagione complicata, ma possiamo ancora vincere"

Ancelotti: "Amo questo club e spero di restare a lungo"
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Carlo Ancelotti non cerca rivincite. Alla vigilia della sfida contro il Getafe, il tecnico del Real Madrid ha parlato in conferenza stampa, affrontando con serenità le domande sul suo futuro sulla panchina delle Merengues.

“Restare per prendermi una rivincita? Non devo dimostrare nulla a nessuno. Amo questa panchina, spero di restarci il più a lungo possibile e, quando sarà il momento di lasciare, lo farò con gratitudine, togliendomi il cappello davanti a questa squadra. Niente di più”, ha detto con il consueto aplomb. L’allenatore emiliano ha poi parlato del momento della squadra e della pressione che, come sempre, accompagna il Real Madrid nelle fasi decisive della stagione. “Nel calcio tutto è possibile. Il club sa che questa è stata una stagione più complicata rispetto alla scorsa, ma stiamo affrontando le difficoltà insieme. La luna di miele continua. La pressione? È normale, anzi, lo stress è benzina per me: non mi disturba, mi dà energia”. Ancelotti non ha nascosto le difficoltà incontrate, soprattutto in difesa: “Abbiamo perso due giocatori chiave e non è stato semplice sostituirli. Abbiamo adattato il nostro gioco per includere giocatori con caratteristiche diverse, ma abbiamo faticato a trovare un equilibrio. Speriamo di trovarlo ora, perché senza equilibrio sarà difficile vincere”. Quanto alla formazione contro il Getafe, l’allenatore ha chiarito: “Mbappé e Mendy non saranno disponibili domani, ma si alleneranno nei prossimi giorni e dovrebbero esserci sabato. La formazione sarà decisa in base alle energie residue dopo la gara di domenica, alcuni giocatori sono ancora affaticati, ma è normale in questo periodo”. In vista della finale di Copa del Rey contro il Barcellona, Ancelotti respinge l’etichetta di “sfavorito”: “È vero, sembrano stare meglio, ma considerare il Real Madrid sfavorito in una finale mi pare un po’ eccessivo. In una partita secca può succedere di tutto”. E aggiunge: “Se vogliamo vincere sia la Coppa che la Liga, dobbiamo battere il Barcellona. È semplice. La prossima partita sarà un momento chiave: dobbiamo uscirne più forti e concentrarci sulla finale. Ci crediamo, ma sappiamo che servirà un cambiamento”. Infine, spazio a riflessioni sul rapporto con lo spogliatoio e sulla propria leadership. “Cerco di avere un approccio diverso con ogni persona. Mi sono arrabbiato spesso quest’anno: il rispetto è fondamentale, ed è stato reciproco. Nella mia vita nessuno è stato particolarmente duro con me, né mio padre, né gli allenatori, né i professori, e non credo nella disciplina imposta con la frusta. Non è il mio stile”. E, con grande onestà, conclude: “Mi prendo la responsabilità di alcuni errori. Ma sarà a fine stagione che potremo davvero fare una valutazione. Speriamo che, alla fine, questi aspetti passino in secondo piano rispetto ai risultati”.

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