Serie A

Fiorentina, Mandragora: "Vogliamo un trofeo"

Le parole del centrocampista viola

Fiorentina, Mandragora: "Vogliamo un trofeo"
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La Fiorentina è una delle poche squadre italiane ancora in corsa in Europa, essendo tra le qualificate ai quarti di finale di Conference League. Fra i protagonisti della stagione viola c'è sicuramente Rolando Mandragora, centrocampista autore, al momento, di un grande campionato sotto la guida di Raffaele Palladino. Intervistato da FanPage, Mandragora ha parlato dell'annata della Fiorentina e non solo.

Fiorentina, le parole di Mandragora

Mandragora, centrocampista della Fiorentina

"Ho avuto uno stop che mi ha rotto un pochino le scatole nei primi mesi ma dopo aver ritrovato la condizione sono riuscito a mettere le mie qualità a disposizione della squadra. Di questo sono molto contento ed è chiaro che dobbiamo continuare con questo tipo di prestazioni, sia a livello personale mio che di squadra".

Cosa ne pensa delle critiche a Palladino e alla squadra?
"Noi sappiamo che la piazza è molto esigente e che ci vuole un gran bene, perché se uno chiede molto vuol dire che ti vuole bene: questo per noi è un aspetto fondamentale che ci ricordiamo sempre nello spogliatoio e noi cerchiamo di ricambiare sul campo con le nostre prestazioni lasciando perdere altre modalità che non servono e non aiuterebbero l’ambiente. Per me è una stagione da squadra importante e l’ultima vittoria ci ha permesso di aggrapparci al treno Champions, ma non ho mai pensato a un obiettivo perché bisogna avere una mentalità vincente per andare oltre i limiti giorno dopo giorno. Senza fare troppi proclami e cercando di ottenere traguardi importanti. Lavoriamo per quello, siamo ai quarti di Conference ed è una coppa a cui diamo molta importanza: dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo. Quando ci sono state delle critiche le abbiamo accettate, soprattutto quando abbiamo fatto male con avversari che potevano essere più alla portata: è giusto che ci sia la critica e fa parte del nostro lavoro, però che sia giusta e costruttiva e ci permetta di lavorare nel modo corretto".

Preferisce giocare in un centrocampo a due o in uno a tre?
"Quando giochiamo a tre, per come la vedo io, riusciamo a coprire meglio il campo e avere due centrocampisti vicini mi permette di palleggiare meglio ma, allo stesso tempo, di potermi inserire in zona gol con più libertà. Chiaramente quando si gioca a due abbia richieste diverse, ma le facciamo ugualmente però a tre mi sto trovando bene".

Quali sono i suoi obiettivi da qui a fine stagione?
"Sono vicino ad un record nella storia della Fiorentina, ovvero posso diventare il calciatore con più presenze europee di un club così importante; e posso superare il mio record di gol (5, ndr) in una stagione perché sono già a cinque attualmente. In termini collettivi abbiamo disputato tre finali e l’epilogo è stato sempre non positivo, ci teniamo a portare a casa una vittoria per Firenze, perché è una piazza che merita tanto. Inoltre, abbiamo un presidente come Commisso che è sempre molto vicino alla squadra e anche lui meriterebbe un momento di grande gioia".

Dopo tre finali perse come riparte un giocatore?
"Sono batoste dure da mandare giù. Mi piace utilizzare le parole di Burdisso, direttore e mio vecchio capitano, che diceva sempre: 'La gestione di una sconfitta è più semplice rispetto a quella di una vittoria'. Sono d’accordo in gran parte, ma è chiaro che non è bello ripartire con dopo una sconfitta. C’è quella reazione che ti permette di dire che vuoi riprovarci per avere un finale diverso. Ti dà l’opportunità di ripartire. Chiaramente è dura da digerire ed è meglio festeggiare una vittoria, ma reagire in quel modo è molto positivo".

Cosa ha provato quando ha visto Bove a terra in Fiorentina-Inter?
"Ci ha toccato tanto a livello mentale e a livello affettivo. Ci ha colpito molto, ma i risultati sportivi in quel momento passano in secondo piano perché parliamo di un ragazzo che è un fratello per tutti noi. Siamo felicissimi di averlo con noi, gli allenamenti e le partite, ed è una grande forza per noi. Poi non mi sento di aggiungere più nulla perché è una situazione molto delicata e bisogna avere rispetto delle persone. Nei primi giorni, forse, si è andati un po’ oltre".

 

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