Milan, l’ora delle scelte: a breve il Ds, poi l’allenatore
Per i rossoneri si avvicina il momento di prendere le decisioni sul futuro: Furlani partirà dal direttore sportivo

L’agenda di Giorgio Furlani, appena rientrato dall’Arabia dove sta finalizzando importanti contratti di sponsorizzazione, prevede una settimana di intensi colloqui. In cima agli impegni dell’amministratore delegato rossonero c’è la scelta del nuovo direttore sportivo, la figura che dovrà costruire il mercato per la prossima stagione e, di conseguenza, sarà chiamata a rivoltare il Milan per rilanciarlo. Una volta scelto il ds, si passerà alla nomina del nuovo allenatore, che prenderà il posto di Sergio Conceiçao. Entrambe queste decisioni sono cruciali e richiederanno valutazioni approfondite, considerando le strategie da seguire e la filosofia manageriale da adottare. In altre parole, saranno necessari i giusti uomini nei giusti ruoli, con una visione manageriale chiara e decisamente orientata verso un approccio aziendale. In questo scenario, i principali nomi circolati negli ultimi giorni lasciano qualche perplessità. Le ipotesi di una coppia Paratici-Allegri, o ancora più quella di Paratici e Antonio Conte, sembrano suggerire un cambio radicale nel modus operandi del Diavolo. Per essere chiari, sia l’ex amministratore delegato della Juventus che i due allenatori a lui più vicini sono abituati a lavorare con giocatori già formati, pronti e, di conseguenza, costosi. È una filosofia che contrasta con quella adottata dal Milan dalla gestione Elliott in poi. Paratici, Allegri e Conte non sono certo uomini da operazioni come quella per Musah, per esempio. Piuttosto, sono più orientati verso acquisti del calibro di Ronaldo, Lukaku, Pirlo, Pogba o McTominay. Si tratta di giocatori pronti all’uso, che garantiscono un rendimento elevato, ma che hanno un costo notevole.
Paratici nuovo direttore sportivo del Milan: Furlani ha scelto l’ex Juve https://t.co/kWJACyMPRg
— Repubblica Sport (@SportRepubblica) March 19, 2025
La loro filosofia è sempre stata quella di puntare su certezze, senza scommettere su giovani in crescita. E così ha funzionato il mercato di Paratici, sempre molto oneroso, lo stesso approccio di Conte (non a caso furioso con il Napoli per il mercato di gennaio) e, in parte, anche quello di Allegri, che si è anche adattato a situazioni meno facili, ma sempre con l’idea che ci fosse una differenza tra vincere con Pirlo e Vidal e inseguire lo scudetto con Locatelli e McKennie. Immaginare che questi dirigenti possano essere disposti a puntare su acquisti alla Reijnders (poi rivelatosi un ottimo affare) sembra complicato. E questo solleva una domanda inevitabile: chi dovrà adattarsi tra Paratici e il Milan? La logica suggerisce che a dover cambiare approccio debba essere Paratici - che, tra l’altro, al momento è squalificato e non potrà operare fino al 20 luglio. Tuttavia, non è scontato che Paratici possa essere altrettanto redditizio come il suo curriculum suggerisce in un contesto così radicalmente diverso. Pochi soldi, vista anche la probabile mancata qualificazione alla Champions League, e molta fantasia. Un mix che, a prima vista, non sembra essere il suo terreno ideale. Ma, come sempre, chissà. Non è un caso che gli altri nomi sondati, come Igli Tare e Kim Falkenberg, seguano filosofie molto diverse. Non entreremo nel merito delle preferenze di ciascuno, né su chi decida cosa (Furlani ha idee diverse da quelle di Ibrahimovic), ma è chiaro che la settimana di casting, così ampiamente annunciata, si preannuncia tanto cruciale quanto complessa.