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Ferrari, in Cina è già un esame da non sbagliare

Per la Rossa, dopo il flop nell'esordio mondiale in Australia, è già arrivato il momento di reagire: domenica si corre a Shanghai

Ferrari, in Cina è già un esame da non sbagliare
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La seconda gara dell’anno rappresenta già un esame di riparazione per la Ferrari, che ha vissuto una delusione sotto la pioggia di Melbourne, e anche per i suoi piloti. Un inverno di speranze, aspettative e festeggiamenti (meglio evitare) aveva fatto crescere il livello di attesa, rendendo il tonfo in Australia ancora più rovinoso. La delusione di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, accompagnata da tanto nervosismo, ha riportato tutti alla realtà. Questa domenica si corre subito il GP di Cina, preceduto dalla Sprint Race, e il team diretto da Frederic Vasseur dovrà dimostrare di saper reagire con determinazione alle difficoltà. Prevedibilmente, sulla pista di Shanghai, le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri saranno ancora le vetture da battere, ma anche Max Verstappen (Red Bull) e il duo Mercedes, formato da George Russell e Andrea Kimi Antonelli, hanno già mostrato di essere competitivi. Perciò, a Maranello, è fondamentale trovare rapidamente la formula per ottenere il massimo dalla nuova SF-25, il cui vero potenziale, secondo Hamilton, è superiore a quello espresso ad Albert Park. Per quanto riguarda Lewis e Charles, serve una grande prestazione da parte di entrambi. Il fuoriclasse inglese, al debutto con la Ferrari, non è riuscito a esprimersi al meglio in qualifica, mentre il monegasco ha commesso un errore in gara, con un testacoda evitabile. La loro sintonia con la macchina è ancora lontana dalla perfezione. Inoltre, la tensione li ha portati a reagire nei “team radio” con frasi non proprio cordiali nei confronti degli ingegneri Riccardo Adami e Bryan Bozzi. Questo è accaduto quando ha ricominciato a piovere, verso la fine del Gran Premio, e la Ferrari ha perso l’opportunità di recuperare posizioni (Leclerc era sesto e Hamilton ottavo) con una strategia errata. In quei frangenti, tra il 43° e il 47° giro, c’è stata indecisione da parte degli uomini al muretto rosso, sotto la direzione di Ravin Jain, e anche un po’ di mancanza di “carattere” da parte dei piloti, che non hanno suggerito la mossa vincente, anticipando i pit stop. Le McLaren si erano già fermate al primo scroscio di pioggia (44° giro), così come le Mercedes e la Williams di Alexander Albon, che ha ricevuto supporto addirittura da Carlos Sainz.

Era evidente che bisognava reagire. Lo ha fatto la Red Bull con Verstappen al 46° giro. Max, inoltre, ha dialogato con il suo ingegnere di pista, Gianpiero Lambiase, chiedendo: «Entriamo?». Poi ha insistito: «La pioggia sta arrivando, dobbiamo prendere una decisione!». E così è arrivata la chiamata di Hannah Schmitz dal box. Questo tempismo, però, è mancato alla Ferrari, anche a causa di una certa passività da parte di Hamilton e Leclerc, che si sono limitati a chiedere se la pioggia fosse in arrivo o in aumento. Da un sette volte iridato e da un pilota con sette anni di esperienza alla Ferrari, è lecito aspettarsi un impatto maggiore nelle decisioni. È opportuno che, dopo la maretta di Melbourne, nello spogliatoio del Cavallino ci sia una comunicazione più efficace per il futuro. In fondo, Hamilton l’ha spiegato: «Mi sono mancate delle informazioni. Con Riccardo (Adami) stiamo imparando a conoscerci». Mentre Leclerc e Bozzi hanno un rapporto consolidato, anche se il monegasco non gli ha risparmiato una frecciatina, definendo la sua frase sull’acqua nell’abitacolo «una perla di saggezza». I malumori sono comprensibili data la prestazione negativa, ma è facile immaginare come la situazione potrebbe peggiorare se, nelle prossime gare, uno dei due piloti dovesse trovarsi davanti all’altro. Per Vasseur, non mancheranno i grattacapi. Soprattutto se la Ferrari non tornerà a ruggire in Cina, mettendo finalmente un sorriso sul volto di tutti.

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