Il tennis italiano continua a vivere un momento di grazia assoluta e, dopo i successi planetari che hanno caratterizzato l’ultima stagione, i protagonisti azzurri iniziano a tracciare le rotte per il futuro immediato. Tra questi brilla la stella di Lorenzo Musetti, che ha deciso di analizzare il proprio percorso recente con estrema lucidità, proiettandosi verso un 2026 che si preannuncia carico di aspettative e sfide ai massimi livelli.
Il talento di Carrara, reduce da un 2025 che lo ha visto stabilmente tra i grandi del circuito mondiale, ha espresso la sua soddisfazione per i traguardi raggiunti, pur mantenendo quell’umiltà necessaria per chi vuole ancora scalare le ultime posizioni del ranking. L’ingresso ufficiale tra i primi dieci giocatori del mondo e la partecipazione all’evento conclusivo della stagione hanno segnato una svolta psicologica e tecnica non indifferente.
In una recente riflessione concessa alla stampa sportiva, Musetti ha tracciato un bilancio estremamente positivo dell’anno solare appena concluso: “È stato un anno ricco di prime volte che mi hanno reso orgoglioso e consapevole. Nei miei highlights inserire sicuramente la finale di Montecarlo, le due semifinali di Roma e Madrid, il debutto in top 10, la prima semifinale a Roland Garros, i quarti all’US Open. Poi, anche se arrivata con un po’ di fatica, non posso non mettere l’approdo alle Finals. Peccato che fisicamente sia arrivato un po’ bollito…”.
Oltre ai successi sul rettangolo di gioco, la vita del tennista toscano è stata profondamente influenzata da eventi privati di grande rilievo, in particolare l’allargamento della sua famiglia con la nascita del secondogenito Leandro, avuto dalla compagna Veronica Confalonieri. Gestire la pressione dei tornei internazionali insieme alle responsabilità della paternità ha richiesto un nuovo equilibrio emotivo. Lorenzo ha raccontato come la presenza del piccolo abbia modificato le dinamiche quotidiane, sottolineando la dolcezza del rapporto tra i suoi figli: “Con l’arrivo di Leandro è cambiato un po’ tutto, ed è inutile dire che siamo felicissimi. Ludovico non è geloso, anzi: credo abbia capito che quel neonato non è un bimbo di passaggio, ma è permanente. Sono tutti e due molto piccoli e Ludo, secondo me, nei prossimi mesi si renderà più conto che avrà un fratellino: saranno momenti delicati da gestire come genitore, come coppia”.
Questa serenità familiare sembra essere il carburante ideale per affrontare una preparazione invernale che prevede novità importanti anche sotto il profilo professionale, con l’innesto nel team di una figura di grande rilievo internazionale come José Perlas, che lavorerà fianco a fianco con lo storico allenatore Simone Tartarini.
L’inserimento di Perlas non è una scelta casuale, ma il frutto di una riflessione maturata durante i mesi più intensi della stagione, con l’obiettivo dichiarato di colmare quel piccolo divario che ancora lo separa dai primissimi della classe. Musetti ha spiegato chiaramente la genesi di questa collaborazione: “La volontà di aggiungere una figura alla squadra è nata nella settimana di Parigi, al Roland Garros. Venivo da un ottimo periodo, però sentivo l’esigenza di qualcosa di diverso, che potesse dare qualcosa di nuovo a me, a Simone, a tutto il team. Qualcuno che potesse portare esperienza: José da questo punto di vista ne ha parecchia. Sta andando tutto molto bene, il lavoro sta proseguendo e credo che ci stia dando tanti spunti per cercare di colmare un po’ il gap con i primi al mondo”.
La missione per il prossimo anno è dunque quella di trovare una continuità di rendimento che gli permetta di impensierire seriamente i due dominatori del circuito, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, contro i quali finora ha raccolto indicazioni preziose ma nessuna vittoria di peso.
Le ambizioni del carrarino per il 2026 sono estremamente concrete e partono dalla volontà di fare bene fin dai primi appuntamenti in Australia. Musetti ha le idee chiare sul percorso da seguire: “Sicuramente essere sempre più continuo per colmare la distanza con i primi due. Durante la stagione ho avuto l’occasione di affrontare sia Sinner che Alcaraz e sono sempre uscito battuto. Ma l’importante è stato portare a casa informazioni, e io ho capito su cosa potrei crescere”.
Gli obiettivi a breve termine includono una performance di rilievo a Melbourne e una gestione più intelligente del calendario, per evitare di arrivare stremato agli appuntamenti che contano. Come sottolineato dallo stesso atleta: “Voglio raggiungere la seconda settimana già in Australia: questo è un obiettivo di partenza. L’anno scorso ci ero andato vicino, poi avevo perso una partita che poteva girare diversamente e si sarebbe un po’ aperto il tabellone. E poi se tutto andrà come spero, giocare le Finals arrivandoci senza otto settimane di rincorsa per il mondo. Il tennis, come la vita, è fatto di episodi”.
In questo contesto non può mancare il pensiero alla maglia della nazionale, un legame che Lorenzo sente in modo viscerale nonostante alcune rinunce forzate: “Mi è dispiaciuto rinunciare alle Finals di Bologna ma sono stato il primo tifoso davanti alla tv mentre i miei compagni si giocavano l’Insalatiera. In futuro spero di essere protagonista e ritagliarmi quel ruolo decisivo in azzurro, che ancora non sono riuscito ad avere fino in fondo”.
Con queste premesse, il talento azzurro si appresta a vivere una stagione di definitiva maturazione, consapevole che il lavoro svolto con il suo rinnovato staff tecnico potrà essere la chiave per trasformare le ottime prestazioni degli scorsi mesi in trionfi ancora più prestigiosi. La scalata ai vertici del tennis mondiale richiede non solo colpi da campione, ma anche una tenuta mentale e fisica che Lorenzo sembra aver finalmente trovato, pronto a trasformare ogni lezione imparata sul campo in un gradino verso l’Olimpo della racchetta.