Mentre Luciano Spalletti prosegue il proprio lavoro alla Continassa con l’obiettivo di dare alla Juventus maggiore continuità e solidità sul campo, la dirigenza bianconera è impegnata su un fronte altrettanto delicato e decisivo per il futuro del club: il rinnovo di Kenan Yildiz. Una partita fuori dal rettangolo verde che catalizza l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori.
Secondo quanto riportato da La Stampa, la famiglia del talento turco è già a Torino ed è in attesa di un incontro con l’amministratore delegato Damien Comolli per avviare ufficialmente una trattativa che si preannuncia complessa. A rappresentare gli interessi del numero 10 juventino sono ancora i genitori, mamma Beate e papà Engin, che continuano a gestire in prima persona il futuro del figlio, rimasto finora lontano dalle grandi agenzie di procuratori nonostante lo status di stella ormai consolidato.
La Juventus è pronta a presentare un’offerta importante: 6 milioni di euro complessivi, bonus inclusi, con l’estensione dell’attuale contratto dal 2029 al 2030. L’entourage di Yildiz, però, spinge affinché quella cifra diventi la base fissa dell’ingaggio, alla quale aggiungere ulteriori premi, con l’obiettivo di renderlo il giocatore più pagato della rosa una volta terminato il contratto di Dusan Vlahovic.
L’intenzione del club è quella di raggiungere un’intesa di massima entro Natale, rimandando la definizione finale dei dettagli all’inizio del nuovo anno. Tuttavia, la distanza tra domanda e offerta rende il percorso tutt’altro che semplice.
Nel frattempo, osservano con grande interesse alcune big della Premier League, come Chelsea e Arsenal, oltre al Real Madrid, da tempo attento all’evolversi della situazione. Sullo sfondo resta anche la figura di Jorge Mendes, pronto eventualmente a entrare in gioco come intermediario in caso di apertura a una cessione. Ipotesi, al momento, lontana: il contratto di Yildiz è lungo e la Juventus non ha mai fissato una valutazione ufficiale, che difficilmente scenderebbe sotto i 100 milioni di euro. Una cosa, però, è certa: il tempo delle riflessioni sta per finire.