La serata si chiude con una vittoria pesante per la Juventus, ma il volto di Luciano Spalletti racconta più dubbi che soddisfazione. Il successo sul Pafos rilancia le chance di qualificazione agli ottavi di Champions, eppure il tecnico non riesce a mascherare una certa amarezza per la prestazione. In conferenza il suo giudizio è netto: “Era fondamentale vincere perché è con le vittorie che si mettono a posto tante cose. Ma bisognava fare di più. In alcuni momenti si è fatto il minimo, ho visto anche situazioni imbarazzanti. Mentre nel secondo ci siamo sciolti”. Un’analisi che fotografa una gara bifronte, con una prima parte complicata e una ripresa più ordinata. Alla domanda sul perché non sia intervenuto prima con qualche cambio, Spalletti risponde con prudenza: “Temevo di fare confusione cambiando nei primi 45′, ma poi siamo stati più ordinati e determinati. Queste partite sono sempre difficili, il Pafos fin qui aveva subito pochissimi gol. E per quanto riguarda le difficoltà che abbiamo in difesa, è necessario recuperare un centrale destro così Kalulu può fare il terzino puro e anche Cambiaso che è molto offensivo ma se deve difendere va un po’ in difficoltà”.
Il primo tempo, comunque, è rimasto negli occhi di tutti. La Juventus ha rischiato seriamente di andare sotto almeno in tre o quattro occasioni, concedendo spazi e iniziative che hanno messo a nudo limiti ormai ricorrenti. Spalletti non lo nasconde: “Abbiamo concesso troppo e sfruttato poco le nostre qualità, senza accorgerci delle giocate. Per il momento è così. Il mio pensiero sui calciatori però non cambia, anche se si sta facendo poco rispetto a quello che mi aspetto io. Troppo poco…”. Una sincerità che tradisce anche una certa frustrazione per un gruppo che, pur avendo qualità, fatica a trovare continuità e automatismi.
La difficoltà maggiore, secondo l’allenatore, è il tempo. Un fattore che da quando è subentrato continua a pesare, tra impegni serrati e incastri logistici che hanno ridotto al minimo il lavoro quotidiano. “C’è poco tempo, anche dopo Napoli abbiamo avuto un guasto all’aereo rientrando alle 5 del mattino, gli allenamenti sono stati minimi e di tattica, stamattina qualche calcio piazzato. Non ritrovo ritmo, intensità, non ho possibilità di stare addosso ai ragazzi”. Le rotazioni, poi, non sono solo una questione tecnica ma anche fisica e mentale. “Yildiz? Gli ho risparmiato i 20′ finali sperando recuperi meglio per Bologna cercando di togliergli un po’ di stress. Uguale il discorso per Miretti, Adzic che ha qualità. Ci sono delle cose da mettere a posto. Questa squadra va portata a livello”.
Infine Spalletti torna sul tema del modulo, elemento centrale del suo progetto tattico. La sua idea rimane chiara, ma per attuarla servono interpreti specifici: “Spero di avere presto un difensore centrale che possa giocare con il destro perché così la squadra si limita troppo: i terzini qualcosa concedono in fase difensiva, ci stiamo lavorando ma io voglio sviluppare il 4-2-3-1”. Un messaggio diretto, che sa di richiesta alla società ma anche di visione futura. Per ora la vittoria tiene viva la corsa in Europa, ma per vedere la Juventus di Spalletti servono tempo, recuperi e qualche tassello in più.