Dopo il travolgente successo contro l’Eintracht Francoforte, Raffaele Palladino non nasconde l’emozione per il suo brillante esordio in Champions League da allenatore. Il tecnico dell’Atalanta parla di “notte magica”, sottolineando come questa vittoria rappresenti il coronamento del lavoro svolto dalla squadra in una settimana particolarmente intensa. “Devo ringraziare la società per la fiducia e i ragazzi per lo spirito dimostrato. È il successo di un gruppo straordinario, ricco di valori umani e tecnici. Una soddisfazione che tutti loro meritavano”, ha spiegato visibilmente soddisfatto.
Palladino riconosce come l’approccio dei giocatori negli ultimi giorni sia stato decisivo per una prestazione così convincente: “Hanno lavorato con grande intensità e mi hanno regalato una serata indimenticabile. Ora, però, dobbiamo rimanere umili. Serviva una scintilla per sbloccare la squadra mentalmente e questa vittoria può rappresentarla, ma da subito dobbiamo concentrarci sulla gara di domenica”.
Nonostante l’entusiasmo, il tecnico invita alla prudenza: “Ci sono aspetti da migliorare, com’è normale, ma questa squadra ascolta, recepisce e segue ciò che proponiamo. Siamo insieme soltanto da una settimana e ho già notato progressi importanti”.
Analizzando la partita, Palladino sottolinea le difficoltà iniziali contro un avversario di valore: “È stata una gara di grande livello in un campo complicato. L’Eintracht è una squadra forte e nel primo tempo abbiamo sofferto in alcuni momenti. Nonostante ciò, siamo riusciti a creare molto, colpendo due pali, e questo dimostra la qualità del gruppo. Sono davvero soddisfatto”.
Il tecnico ha anche raccontato un momento chiave della preparazione mentale: “Appena entrato nello spogliatoio, ho chiesto ai giocatori di scrivere su un foglio quali caratteristiche dovesse ritrovare il Dna della squadra. Da lì sono emersi spunti profondi. Il mio obiettivo era dare coraggio e responsabilizzare il gruppo. I ragazzi hanno valori importanti e avevano solo bisogno di ritrovare entusiasmo”.
Palladino conclude con un richiamo all’identità bergamasca: “Il Dna dell’Atalanta deve essere quello della gente di Bergamo: umiltà, lavoro e dedizione. Sono convinto che insieme potremo ottenere grandi risultati, ma sarà fondamentale mantenere questo atteggiamento”.
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