La clamorosa lite tra Idrissa Gueye e Michael Keane durante Manchester United-Everton ha fatto rapidamente il giro del mondo, scatenando discussioni e sorprendendo molti tifosi. Nel pieno della partita all’Old Trafford, il centrocampista senegalese dei Toffees ha perso la calma e ha reagito con uno schiaffo al compagno di squadra. Un episodio tanto inaspettato quanto immediatamente virale, che ha sollevato dubbi sul clima interno allo spogliatoio dell’Everton. Eppure, mentre gran parte degli osservatori ha criticato il gesto, il tecnico del Manchester United, Ruben Amorim, ha scelto una lettura controcorrente.
“Spero che anche i miei giocatori arrivino a picchiarsi tra loro”, ha affermato Amorim nel post-partita. La sua frase, destinata a far discutere, è stata poi spiegata con maggiore chiarezza: “Litigare non è qualcosa di necessariamente negativo. Non implica mancanza di rispetto o affetto. Significa che ci si tiene, che si lotta per un pallone perso o per un gol subito. Guardando l’azione, non ho pensato a un comportamento da espulsione. A volte confrontarsi anche duramente tra compagni fa parte della competitività”.
Incitato dal giornalista a spiegarsi meglio, il tecnico portoghese ha ribadito che, nella sua visione, quel tipo di reazione è indice di carattere: “Quando perdiamo palla voglio vedere rabbia, voglio vedere una scossa. E ora, almeno, non rischierebbero nemmeno un’espulsione per una cosa del genere. Per me è un segnale positivo, non il contrario”.
Sulla stessa linea si è posizionato anche l’allenatore dell’Everton, David Moyes, che ha elogiato senza mezzi termini gli attriti interni: “Situazioni come questa mostrano identità e personalità. È sintomo di voglia di lottare”. Una visione che richiama la tradizionale retorica del cosiddetto “calcio all’inglese”, dove intensità e carattere vengono spesso considerati parte integrante della cultura calcistica.
A chiudere la vicenda è intervenuto lo stesso Gueye, protagonista dell’episodio, che poche ore dopo ha pubblicato un messaggio di scuse tramite Instagram. “Voglio chiedere perdono al mio compagno Michael Keane. Mi prendo la piena responsabilità del mio comportamento” ha scritto. “Chiedo scusa ai miei compagni, allo staff, ai tifosi e al club. Ciò che è accaduto non rappresenta i miei valori. Le emozioni possono prendere il sopravvento, ma non giustificano certi gesti. Farò in modo che non succeda più”.
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