Roma è tornata a essere per un giorno la capitale anche del dibattito arbitrale. Dopo un avvio di stagione turbolento e pieno di polemiche, la FIGC ha convocato ieri un incontro istituzionale con AIA, Lega Serie A e il designatore Gianluca Rocchi per fare il punto sulla situazione e provare a ricucire il rapporto di fiducia tra club e direzione di gara.
Attorno al tavolo, riuniti nella sede federale, tutti i massimi rappresentanti del calcio italiano: dal presidente federale Gabriele Gravina, che ha chiesto “massimo rispetto per gli arbitri”, ai dirigenti delle big di Serie A — Giuseppe Marotta (Inter), Claudio Lotito (Lazio), Giorgio Chiellini (Juventus), Igli Tare (Milan), Umberto Marino (Atalanta) e Frederic Massara (Roma) — insieme al presidente dell’AIA Antonio Zappi e al designatore Rocchi.
Meno rigorini, più VAR ma meno ingerenze
Dal confronto, durato oltre due ore, è emersa una linea condivisa: servono regole più chiare e decisioni più coerenti. Il messaggio principale è stato quello di abbandonare i “rigorini” — quei falli di lieve entità che negli ultimi mesi hanno acceso discussioni e sospetti — e al tempo stesso dare maggiore forza decisionale agli arbitri in campo.
La sintesi dei punti chiave:
- Stop ai rigorini: penalizzare solo contatti netti e chiari.
- Più interventi del VAR, ma circoscritti a situazioni oggettivamente dubbie.
- Meno ingerenze dai Varisti, per evitare di svilire il ruolo dell’arbitro centrale.
Un equilibrio difficile da raggiungere, ma ritenuto necessario per ridare credibilità alle direzioni di gara.
Il caso Napoli-Inter e la “lezione” di Roma
Tra gli episodi discussi anche il rigore concesso al Napoli contro l’Inter, segnalato dall’assistente e non dall’arbitro, citato come esempio di decisione mal gestita a livello di comunicazione e collaborazione tra campo e sala VAR.
L’obiettivo, ha spiegato Rocchi, è evitare sovrapposizioni di ruoli e garantire un processo decisionale più lineare.
Rocchi: “Errori in calo, ma non basta”
Il designatore ha poi presentato alcuni dati interni che mostrano segnali di miglioramento, pur ammettendo che la strada è lunga:
- Indice di correttezza delle decisioni risalito dal 75% all’80% nelle ultime tre settimane (contro il 90% della scorsa stagione).
- Ricambio generazionale in corso, con arbitri internazionali più giovani di circa quattro anni rispetto alla media precedente.
“Stiamo crescendo, ma serve continuità e fiducia – ha sottolineato Rocchi –. Gli errori ci saranno sempre, ma vanno ridotti attraverso formazione, dialogo e serenità”.
Gravina: “Serve unità, non accuse”
In chiusura, il presidente Gravina ha ribadito la linea della Federazione: “Non servono crociate o sospetti, serve unità di intenti. Gli arbitri fanno parte del nostro sistema e vanno rispettati come professionisti”.
Un messaggio che suona come un invito alla tregua, dopo settimane di veleni. Ma anche come un avvertimento: da qui in avanti, tolleranza zero per proteste e polemiche gratuite.