L’Atalanta espugna lo Stade Velodrome e sopravvive all’inferno di Marsiglia. L’1-0 sull’Olympique Marsiglia non è solo un risultato pesante, ma una prova di forza, identità e consapevolezza. Dopo settimane difficili e un clima sempre più pesante attorno a Ivan Juric, la Dea ha rialzato la testa nel modo più convincente possibile, vincendo con merito e tornando a mostrare i tratti del suo dna: pressione alta, intensità feroce e coraggio nelle scelte.
È stata una vittoria di carattere, ma anche di fede nel proprio gioco. Probabilmente questa Atalanta, dopo la fine del ciclo di Gian Piero Gasperini, si era dimenticata di essere forte: la serata di Marsiglia le ha ricordato che può essere un osso duro per chiunque in Europa. Juric, che ha ricevuto fiducia piena dalla società dopo il ko di Udine, ha risposto con i fatti, restituendo ordine e convinzione a una squadra che sembrava smarrita.
Una rondine non fa primavera, ma questo successo può davvero segnare la svolta stagionale. Juric ha gestito la tensione con maturità, lasciando parlare il campo e senza snaturare i principi della squadra. È rimasto fedele al suo credo, rinunciando a scuse e alibi, e la squadra lo ha seguito.
L’unica nota stonata arriva dal fronte Lookman, protagonista di un piccolo caso al momento della sostituzione. Il nigeriano, autore di una prestazione a due volti — tra spunti interessanti e scelte discutibili — ha reagito male al cambio, visibilmente nervoso. Juric ha minimizzato nel post-partita, ma la scena non è passata inosservata. Dopo un’estate tormentata, segnata dal mancato trasferimento all’Inter, Lookman sembra voler spingere oltre i limiti per ritrovare se stesso, finendo però per esasperarsi.
Juric lo conosce e lo gestisce a modo suo: fermezza e protezione. Sa che da Lookman può dipendere molto del futuro dell’Atalanta, ma anche che nessuno è intoccabile. “La Dea ha dato tanto a lui, e lui deve dare ancora tanto alla Dea” — questo, in sostanza, il messaggio.
Marsiglia, allora, non è solo una trasferta vinta. È un segnale. È la notte in cui l’Atalanta ha ritrovato la propria anima. E Juric, forse, ha trovato finalmente la chiave per aprire una nuova era.