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La rinascita di Pavlovic: è già al secondo gol stagionale

Strahinja Pavlovic aveva fatto intuire di avere delle doti importanti ma l'anno scorso si era perso nel marasma rossonero generale.

La rinascita di Pavlovic: è già al secondo gol stagionale

Strahinja Pavlovic sta diventando una delle intuizioni più felici di Massimiliano Allegri. Il tecnico lo osserva crescere giorno dopo giorno, con la convinzione che il meglio debba ancora arrivare. “Pavlovic bisogna immaginarselo fra due o tre anni”, ha detto l’allenatore, a testimonianza di un percorso di maturazione ancora in corso ma già ricco di segnali incoraggianti. Intanto, però, il difensore serbo si sta rivelando decisivo anche nel presente, trascinando il Milan in un momento in cui la squadra aveva bisogno di una scossa. Il suo gol ha regalato tre punti pesantissimi in casa di una diretta concorrente per la zona Champions, spezzando una serie di risultati opachi che rischiavano di rallentare la corsa dei rossoneri.

Il guizzo sotto porta di Pavlovic, pesa quanto una vittoria ritrovata. È il secondo centro stagionale del difensore, dopo quello segnato nella sconfitta con la Cremonese, e arriva in una fase in cui il Milan, spesso chiuso nella propria metà campo, faticava a trovare continuità in zona offensiva. L’apporto dei difensori, in questo senso, è un segnale incoraggiante: in un gruppo che a volte fatica a trovare soluzioni, anche un centrale può diventare l’uomo partita.

Merito del lavoro di Allegri, che ha saputo trasformare Pavlovic in qualcosa di più di un semplice marcatore. Il serbo è diventato un incursore, un difensore capace di leggere gli spazi e sfruttare le situazioni offensive con sorprendente naturalezza. Non è un caso che il tecnico, nel post-partita, lo abbia definito scherzosamente “bomber”. Con la difesa a tre, il numero 31 ha trovato la sua dimensione ideale, potendo sganciarsi con libertà che una linea a quattro non concederebbe. Pavlovic sembra divertirsi quando accompagna la manovra: a volte spinge come un esterno, altre si accentra seguendo l’azione, come nel gol dell’ultima gara.

Allegri, però, non dimentica la sostanza. Pavlovic resta prima di tutto un difensore che fa della solidità e del coraggio il suo marchio di fabbrica. Ha ancora margini di crescita — qualche errore di posizione, qualche uscita imprecisa — ma la base è solida e la personalità non manca. E la crescita passa anche dai gol, come ha raccontato lui stesso al termine della partita: “Sono molto contento per questa rete e la vittoria. Sono molto contento anche perché diventerò papà”. Un’esultanza tenera, con il pallone sotto la maglia, che racconta un momento speciale anche fuori dal campo. Poi, di nuovo concentrato sul gioco: “Il mister apprezza questo tipo di inserimenti, mi dà un sacco di indicazioni. E mentre correvo pensavo a quello che mi ha detto: quando Leao corre, devi cercare di creare spazio e creare occasioni. E così ho fatto”.

La partita di Pavlovic è diventata il simbolo del Milan che Allegri vuole costruire: una squadra solida, capace di difendersi con ordine ma anche di trovare soluzioni sorprendenti in avanti. L’ultimo clean sheet risaliva al 5 ottobre, in casa della Juventus, e dopo tre gare con quattro gol subiti il tecnico aveva chiesto maggiore attenzione. Il segnale è arrivato, con una prestazione convincente dietro e un cinismo ritrovato davanti. Certo, qualcosa da sistemare resta — come testimoniano le amnesie difensive delle gare con Cremonese e Pisa — ma la rotta sembra quella giusta. Pavlovic, con il suo sorriso e la sua determinazione, rappresenta perfettamente questa doppia anima: difensore di ferro e, all’occorrenza, risolutore.