L’Inter si aggiudica tre punti preziosi a Verona, ma la prestazione lascia più dubbi che certezze. Il successo al Bentegodi consente ai nerazzurri di restare incollati al Napoli e di attenuare l’amarezza per lo scontro diretto perso qualche giorno fa, ma la vittoria è arrivata più per circostanze fortunate che per merito di un’Inter convincente. Il gol decisivo nasce infatti da un autogol rocambolesco, e per gran parte della partita la squadra di Chivu ha faticato a ritrovare quella determinazione e aggressività vista nella convincente prestazione contro la Fiorentina.
Dopo aver sbloccato il match con uno splendido gol, i nerazzurri hanno inspiegabilmente rallentato il ritmo, scegliendo un possesso palla lento e poco incisivo, che non ha evitato però di soffrire sulle ripartenze del Verona. L’1-1 firmato da Giovane è il frutto di questa fragilità difensiva e del calo di concentrazione. Anche gli ingressi dei titolari nella ripresa, come Barella, Dimarco e Dumfries, non hanno cambiato sostanzialmente il copione della partita. L’assedio finale, pur creando qualche occasione, ha prodotto poco e Montipò è rimasto praticamente inoperoso fino al fortunoso autogol di Frese. Il brivido maggiore è arrivato dal mancato rosso a Bisseck, episodio che ha rischiato di riaprire i giochi.
Partite come quella di Verona, seppur complicate, fanno parte del percorso di crescita di una squadra che ambisce ai vertici del campionato e che deve imparare a gestire momenti di difficoltà. Tuttavia, non si può ignorare un certo deficit di lucidità e cattiveria, soprattutto in attacco, dove le punte faticano a incidere. La crisi realizzativa riguarda non solo i singoli, ma un problema che accomuna quasi tutte le big della Serie A in questa fase della stagione.
Bonny è apparso poco coinvolto e pasticcione, mentre Lautaro Martinez non ha ripetuto i lampi mostrati nelle precedenti uscite. Come ha ricordato Chivu nel post partita, il capitano ha segnato in Champions League contro l’Union due settimane fa, ma in campionato non trova la rete dal poker alla Cremonese del 4 ottobre e, contro il Verona, non è mai stato realmente pericoloso, se non per un pallonetto salvato da Nelsson a pochi passi dalla porta. In questo contesto, il rientro di Thuram assume un valore strategico, offrendo all’Inter una risorsa preziosa per rimpolpare l’attacco in un momento di carestia offensiva.
Le prime risposte potrebbero arrivare già nell’impegno in Champions League contro i debuttanti del Kairat Almaty, una sfida sulla carta agevole per ritrovare fiducia e ritmo. Successivamente ci sarà la Lazio prima della sosta, impegno da affrontare con attenzione, in vista del derby che rappresenterà il vero banco di prova per una squadra che deve dimostrare di saper reagire nei momenti di difficoltà. L’Inter di Verona esce così con tre punti in tasca ma con la consapevolezza che la strada verso la continuità è ancora lunga, e che la cattiveria e la lucidità viste nelle grandi partite dovranno diventare la norma e non l’eccezione.