Crisi senza fine

Openda, continua la crisi da gol: non segna da sette mesi

Lois Openda, l''acquisto più oneroso del mercato bianconero, continua a fare una grande fatica in zona gol: non segna da più di 200 giorni.

Openda, continua la crisi da gol: non segna da sette mesi

Lois Openda, attaccante belga dalla carriera promettente, sta attraversando un periodo piuttosto complesso. Per un giocatore del suo calibro, quasi sette mesi senza gol rappresentano un lungo e difficile silenzio offensivo, ma la realtà è che la sua situazione non può essere giudicata solo dai numeri. Il calciatore acquistato dal Lipsia per 44 milioni di euro, in questi mesi, non ha mancato di far vedere il suo impegno, ma la sua funzione in squadra si è rivelata diversa rispetto alle attese iniziali.

Nel corso delle ultime partite contro Udinese e Cremonese, il belga ha avuto il compito di affiancare Dusan Vlahovic in attacco, ma con una missione che sembrava più quella di alleggerire il serbo dalla pressione dei difensori avversari che non di essere il finalizzatore delle azioni offensive. Openda ha spesso messo il suo fisico e la sua velocità a servizio della squadra, intervenendo nelle azioni che hanno sbloccato le partite, ma ha peccato nella scelta finale, e i numeri parlano chiaro: solo una volta su 8 tiri ha centrato la porta, una media decisamente al di sotto delle aspettative per un attaccante di questo calibro.

A livello personale, la lunga astinenza da gol è iniziata l’11 aprile scorso, quando Openda ha segnato per l’ultima volta, in un match di Bundesliga contro il Wolfsburg. Da quel giorno sono passati 205 giorni, un arco di tempo che ha visto il belga disputare 978 minuti complessivi tra Lipsia, Nazionale e Juventus, ma senza mai riuscire a ritrovare la via della rete. Un dato che potrebbe sembrare allarmante, se non fosse che Openda ha continuato a lavorare per la squadra, facendosi comunque apprezzare per la sua mobilità, la sua capacità di creare spazi e il suo impegno in fase difensiva.

I numeri della sua carriera, tuttavia, raccontano di un attaccante che, nonostante il digiuno di gol, rimane tra i più promettenti talenti del calcio mondiale. Con 107 gol in 314 partite ufficiali, Openda è al sesto posto nella classifica dei bomber nati nel nuovo millennio, subito dietro a nomi come Haaland, Jonathan David, Alvarez, Vinicius e Vlahovic. Numeri che testimoniano un potenziale ancora inespresso in questa stagione, ma che giustificano l’investimento significativo da parte della Juventus, che ha speso 3,3 milioni di euro per portarlo in prestito dal Lipsia, con un obbligo di riscatto fissato a 40,6 milioni di euro, legato al raggiungimento di una qualificazione europea. Un contratto che, pur non essendo ancora definitivo, sembra indirizzato verso una conclusione positiva, con l’obbligo che scatterebbe qualora la Juve riesca a rientrare tra le prime dieci in Serie A.

Fino ad ora, Openda ha trovato spazio principalmente in un ruolo che poco si adatta alle sue caratteristiche naturali: quello di seconda punta o trequartista in un sistema che prevede una sola punta centrale. Questo gli ha impedito di sfruttare al meglio la sua velocità e la sua abilità nell’attaccare la profondità, caratteristiche che lo renderebbero più efficace in un modulo con due punte.

Nonostante queste difficoltà, Openda si è comunque rivelato un giocatore utile nella Juventus di Spalletti. La sua capacità di muoversi su tutto il fronte d’attacco, con continui tagli che destabilizzano le difese avversarie, ha liberato spazi per il compagno Vlahovic, che ha beneficiato di una minore pressione da parte dei difensori. Inoltre, il belga ha svolto un lavoro prezioso anche in fase difensiva, pressando alto e mettendo in difficoltà le costruzioni di gioco delle squadre avversarie. Ma, come accennato, non sono mancate le occasioni mancate, con tiri fuori bersaglio e scelte sbagliate negli ultimi metri.

Ecco perché, per Openda, è arrivato il momento di sbloccarsi. La sua astinenza da gol sta iniziando a farsi pesante, e la Juventus ha bisogno di lui anche per quella parte del gioco che ha reso celebre il suo nome: segnare. La fiducia che il tecnico Spalletti ripone in lui è evidente, e il talento del belga potrebbe rivelarsi decisivo nei mesi a venire. A questo punto, il ritorno al gol è una necessità, non solo per lui ma per tutta la squadra, che ha bisogno della sua capacità di finalizzare per poter crescere ulteriormente.