L’avventura di Tijjani Reijnders al Manchester City era iniziata nel migliore dei modi, nel segno della continuità rispetto a quanto mostrato al Milan. Tuttavia, con il passare delle settimane, quella brillantezza che aveva incantato i tifosi si è progressivamente spenta. Le sue prestazioni sono diventate oggetto di discussione, fino a trasformarsi in un piccolo caso tra i sostenitori dei Citizens, delusi da un giocatore sul quale Pep Guardiola aveva puntato con convinzione.
Il tecnico catalano lo aveva inserito stabilmente nelle prime formazioni titolari, ma le difficoltà di adattamento lo hanno spinto a ridurne il minutaggio, fino a relegarlo in panchina nelle gare più importanti. L’ultimo segnale preoccupante è arrivato a Birmingham, nella sconfitta per 1-0 contro l’Aston Villa: una partita che ha evidenziato tutti i limiti del centrocampista olandese, apparso in difficoltà in un ruolo poco adatto alle sue caratteristiche.
Schierato da mediano, Reijnders ha sofferto il confronto con Rodri, modello di riferimento in quella posizione. Il bilancio è impietoso: zero duelli vinti su sette e nessun contrasto efficace. Dati che spiegano bene perché il City abbia faticato a mantenere equilibrio in mezzo al campo, lasciando spazi che l’Aston Villa ha saputo sfruttare con intelligenza.
L’ex Milan si è mostrato più propositivo in fase offensiva, ma dietro continua a faticare. Il promettente inizio di stagione – con gol e assist contro il Wolverhampton e una successiva doppietta di passaggi vincenti tra Napoli e Arsenal – sembra ormai lontano. Le ultime prestazioni hanno alimentato la frustrazione dei tifosi, che iniziano a mettere in discussione il suo impatto rispetto all’investimento estivo.
Eppure, le difficoltà dell’olandese potrebbero essere solo un riflesso di un problema più ampio: un Manchester City meno brillante e dominante rispetto agli anni d’oro. La classifica parla chiaro, con il quinto posto e sei punti di distacco dall’Arsenal capolista. Ora serve una reazione. Reijnders, in particolare, è chiamato a ritrovare fiducia e incisività, diventando non solo un supporto per Haaland, ma anche una pedina affidabile in fase difensiva. Solo così potrà tornare a essere il giocatore decisivo ammirato ai tempi del Milan.
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