L’immagine che gela il Maradona arriva poco dopo l’esplosione di gioia per il gol. Kevin De Bruyne, l’uomo chiamato a guidare il nuovo Napoli di Conte, segna il vantaggio contro l’Inter e subito dopo si accascia, portandosi la mano alla coscia destra. I compagni accorrono per festeggiare, ma nel giro di pochi secondi l’esultanza si trasforma in preoccupazione. Il belga, visibilmente dolorante, resta immobile, lo sguardo fisso nel vuoto, mentre lo staff medico azzurro lo accompagna fuori dal campo quasi a braccia. Una scena che racconta più di qualsiasi referto: a Napoli, la paura di un nuovo lungo stop è palpabile.
In attesa degli esami strumentali, restano soltanto le sensazioni. E quelle, almeno per ora, non sono buone. “L’ufficio facce”, come si dice in gergo, parla chiaro: l’espressione di De Bruyne e quella di Antonio Conte a bordo campo non lasciano presagire nulla di positivo. Il centrocampista belga ha avvertito subito il dolore dopo il tiro, segnale che potrebbe indicare un problema muscolare importante. L’uscita anticipata dal campo, poi, e la necessità di essere sorretto dallo staff medico hanno solo rafforzato i timori.
L’episodio ha inevitabilmente riportato alla memoria un precedente recente e doloroso per il popolo napoletano: l’infortunio di Romelu Lukaku. Anche allora, contro l’Olympiacos in estate, il belga si era fermato dopo un tiro, con la stessa smorfia e la stessa mano sulla coscia. Le immagini di quella caduta e dello sguardo perso nel vuoto tornano oggi come un presagio inquietante. In quel caso, gli esami avevano confermato una lesione di alto grado al retto femorale della coscia sinistra, costringendo l’attaccante a uno stop prolungato.
Per De Bruyne il copione, almeno nella prima parte, sembra purtroppo simile. Il giocatore, dopo l’uscita dal campo, è rientrato in panchina per seguire il secondo tempo con una vistosa borsa del ghiaccio sulla coscia. Il passo lento e l’espressione tesa non fanno ben sperare, anche perché proprio in quella zona il belga aveva già subito un infortunio serio nella scorsa stagione. Tra agosto e dicembre 2023, con la maglia del Manchester City, De Bruyne restò fermo 128 giorni saltando ben trenta partite: il periodo più lungo d’assenza della sua carriera.
Conte e lo staff medico del Napoli trattengono il fiato. L’allenatore, che aveva indicato De Bruyne come il fulcro tecnico e mentale del suo progetto, sa bene quanto la sua assenza peserebbe su una squadra che sta ancora cercando equilibrio e continuità. Il giocatore, per caratteristiche e leadership, rappresenta il punto di riferimento dell’intera manovra offensiva, capace di dare ritmo, visione e soluzioni in ogni fase di gioco.
Ora tutto dipenderà dagli esami previsti nelle prossime ore, che chiariranno l’entità del problema e i tempi di recupero. Le sensazioni, però, restano pessime: nel migliore dei casi si tratterebbe di una contrattura, nel peggiore di una lesione muscolare che potrebbe tenerlo lontano dal campo per diverse settimane, se non mesi. Il Napoli, intanto, si prepara a incrociare le dita. Dopo aver già dovuto gestire l’emergenza Lukaku, perdere anche De Bruyne per un lungo periodo sarebbe un colpo durissimo, sia dal punto di vista tecnico sia psicologico.
Il gol contro l’Inter, che sembrava poter rilanciare la stagione e restituire entusiasmo all’ambiente, rischia così di trasformarsi in un ricordo amaro. La città trattiene il fiato, Conte incrocia le dita: l’attesa del verdetto medico è già una lunga notte di ansia per tutto il popolo azzurro.