A un mese dall’ultima volta, torna in campo la Nazionale. Le prime due gare del nuovo corso hanno dato segnali incoraggianti, anche se la sofferenza non è mancata: prestazioni convincenti, gioco più fluido e risultati positivi, in netta crescita rispetto alle ultime uscite della gestione Spalletti. Gattuso ha portato entusiasmo, compattezza e quella fame che lo ha sempre contraddistinto. Vuole una squadra intensa, aggressiva e coraggiosa, capace di recuperare subito il pallone e di giocare con identità. Una ventata di energia che si è vista già dalle prime apparizioni. Ora però serve continuità. Per blindare almeno il secondo posto nel girone e confermare le buone impressioni, gli Azzurri dovranno affrontare una trasferta insidiosa in Estonia, su un campo difficile e contro un avversario tutt’altro che arrendevole, anche se di qualità nettamente inferiore. Partite come questa possono pesare più di quanto sembri, perché servono per costruire mentalità.
Fin qui l’impostazione a due punte ha convinto. Kean e Retegui si completano bene: il primo garantisce forza e profondità, il secondo attacco alla porta e concretezza. Entrambi sono andati a segno nelle ultime uscite, contribuendo a un dato importante, nove gol realizzati nelle ultime gare. Un segnale di crescita evidente dopo un periodo in cui la Nazionale faticava a finalizzare.
Qualche problema però arriva dalle fasce. L’infortunio di Matteo Politano, tra i protagonisti del nuovo corso, costringe Gattuso a cercare alternative. A centrocampo spazio a Locatelli o Cristante in mezzo, con Barella o Frattesi più avanzati insieme a Tonali, fondamentale nelle due fasi. La gara chiave sarà però quella di Udine, il 14 ottobre contro Israele. All’andata gli israeliani, pur sconfitti con un clamoroso 5-4, hanno messo in difficoltà gli Azzurri con intensità e organizzazione. Stavolta servirà lucidità e cinismo per portare a casa tre punti pesanti.
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Vincere significherebbe avvicinarsi agli spareggi e continuare a coltivare un sogno che fino a poco tempo fa sembrava lontano: il primo posto nel girone, che varrebbe la qualificazione diretta al Mondiale 2026. Tutto dipenderà anche dal passo della Norvegia, che l’Italia affronterà a San Siro il 16 novembre, in una sfida che potrebbe decidere tutto. Gattuso lo sa: servono sacrificio, spirito di gruppo e fame. L’Italia lo sta seguendo, e la sensazione è che, dopo anni difficili, questa volta la strada sia finalmente quella giusta.
Alessandro Brachino
