Il Derby della Capitale arriva in un momento delicato per entrambe le squadre, reduci da una sconfitta al rientro dalla sosta per le nazionali. Roma e Lazio si presentano alla sfida con urgenze simili: punti persi nella corsa alla Champions, ambiente in fermento e identità di squadra ancora da definire.
Se da un lato il mercato estivo ha offerto margini di manovra diversi, dall’altro i problemi sembrano speculari. I gol subiti da Fadera e Simeone hanno evidenziato fragilità strutturali e una certa difficoltà a trovare equilibrio. Il clima si è fatto teso: i tifosi iniziano a rumoreggiare, mentre gli allenatori lanciano segnali alle società. Sarri ha evitato la conferenza stampa post-partita, ufficialmente per motivi familiari, ma l’assenza ha alimentato voci su un malcontento crescente. Gasperini, dal canto suo, ha fatto capire alla dirigenza giallorossa che l’assenza di un vero centravanti potrebbe diventare un problema cronico: né Ferguson né Dovbyk sembrano essere soluzioni all’altezza.
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Il Derby assume così un peso specifico enorme: è già una gara da “dentro o fuori”. La Roma, grazie alle vittorie con Bologna e Pisa, parte leggermente favorita, ma la stracittadina è notoriamente imprevedibile. Sarà anche il primo vero banco di prova contro una diretta concorrente per l’Europa, fondamentale per restare in scia a Napoli e Juventus.
Per la Lazio, la situazione è ancora più complessa: due sconfitte in campionato e l’unico successo netto arrivato contro l’Hellas Verona. Un altro passo falso potrebbe alimentare ulteriori tensioni e compromettere già a settembre il percorso stagionale.
In campo serviranno coraggio, lucidità e, soprattutto, punti. Un pareggio rischierebbe di scontentare tutti, lasciando spazio alle rivali per allungare. Per Roma e Lazio, il Derby non sarà solo questione di orgoglio cittadino, ma una sfida cruciale per non perdere il treno europeo troppo presto.
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