Delusione azzurra

Italia, da Donnarumma a Barella: "Facciamo mea culpa"

Dal capitano Gigio Donnarumma a uno dei giocatori più rappresentativi Nicolò Barella, ecco la delusione degli azzurri

Italia, da Donnarumma a Barella: "Facciamo mea culpa"
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Donnarumma è uno dei primi a metterci la faccia in quello che doveva essere il primo passo verso il riscatto, e che invece è diventato un crollo collettivo. L’Italia di Spalletti affonda a Oslo sotto i colpi della Norvegia e incassa un durissimo 3-0 nella gara inaugurale del girone di qualificazione ai Mondiali 2026. Un tonfo che non lascia alibi, né attenuanti, e che apre una crepa profonda nel percorso della Nazionale. A fine gara, il silenzio dello spogliatoio azzurro è interrotto solo da parole amare, dense di delusione e autocritica.

Il primo a presentarsi ai microfoni, dicevamo, è Gianluigi Donnarumma. Il capitano azzurro è visibilmente scosso e le sue parole sono uno specchio fedele dello smarrimento generale: “Non ho spiegazioni al momento. Bisogna solo andare dentro e rendersi conto della prestazione di stasera, i nostri tifosi non meritano questo”. Poi, l’appello di Donnarumma al gruppo, perché l’unica via d’uscita passa dalla compattezza: “Da queste partite dobbiamo uscire tutti insieme, serve un esame di coscienza”.

Non cerca scorciatoie né giustificazioni Donnarumma, che ribadisce: “Da noi, deve scattare da noi innanzitutto. Siamo l’Italia e non sono accettabili queste partite. Ognuno deve fare mea culpa e dopo se ne esce tutti insieme. Dobbiamo stare più uniti di prima”.

Sulla stessa linea Nicolò Barella, uno dei leader tecnici della squadra, anche lui apparso sottotono in campo. “È una sconfitta che fa male – spiega il centrocampista – Era una gara molto importante, però c'è ancora tempo e ci sono ancora tante partite da giocare in questo girone di qualificazione. Noi ci impegneremo al massimo per arrivare alla fine”.

Il rammarico è doppio per la prestazione e per il modo in cui è maturata: “Non mi aspettavo una gara così, ma abbiamo dato troppo spazio alle loro ripartenze e sono stati letali. Nella ripresa abbiamo cercato di giocare, ma con gli spazi chiusi era difficile. Ora analizzeremo il match per cercare di migliorare”.

Il sogno mondiale, mai vissuto da Barella, si complica subito: “Mondiale più lontano? È un dispiacere non averli mai giocati, ma può succedere ancora di tutto e non bisogna essere negativi. C'è da migliorare perché questo non è il nostro reale valore. Non c'è preoccupazione, ma c'è da riflettere. Questa gara è simile alla finale di Champions dell'Inter in cui non ha funzionato niente. L'unico modo per rialzarsi ora è il lavoro”.

Toni lucidi e duri anche da Giovanni Di Lorenzo, uno dei veterani della difesa, che non nasconde la gravità del momento: “Sicuramente è stata una brutta partita e una brutta prestazione. Non possiamo più sbagliare, dobbiamo vincere la prossima”.

E tra i ricordi affiorano altri blackout del recente passato: “Gara simile a quella con la Svizzera? Ultimamente ne stanno succedendo un po' troppi, anche contro la Germania. Partita da analizzare bene, certi errori a questi livelli li paghi”.

Quanto ai problemi, Di Lorenzo è netto: “Problema fisico o mentale? Un insieme di cose, analizzeremo con l'allenatore per cercare di non sbagliare. Questa partita era importante per il girone, ne abbiamo avanti altre e non possiamo più sbagliare”.

E poi c’è Diego Coppola, alla sua prima presenza con l’Italia maggiore. Un esordio amaro, che il difensore dell’Hellas Verona sperava diverso: “Immaginavo un esordio diverso, mi dispiace perché il 3-0 è veramente un risultato pessimo per noi, ma il campo ha mostrato questo. Abbiamo interpretato male la partita e preso gol su errori banali. Ora dobbiamo pensare alla prossima sfida”.

Il giovane centrale azzurro non si nasconde: “Non ce la immaginavamo così, ma così è andata. Adesso dobbiamo analizzarla, dispiace per la squadra e per tutti gli italiani perché perdere 3-0 in Norvegia non può succedere”.

E continua: “Abbiamo sbagliato passaggi anche semplici, sui quali hanno fatto ripartenze. Dovevamo interpretarla in modo diverso. Guardando i giocatori, non si può dire che la Norvegia sia più forte. Sul campo però poi bisogna dimostrare, al di là dei nomi”.

Infine, un’assunzione di responsabilità anche personale: “Abbiamo fatto scelte sbagliate sui gol presi. Io mi prendo le mie parti, potevo fare meglio. Sapevamo che sarebbe stata così, ma abbiamo sbagliato”.

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