L'intervista

Guida: "Io e Maresca abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli"

La clamorosa rivelazione dell'arbitro Guida

Guida: "Io e Maresca abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli"
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Un'intervista choc, che racconta di una situazione ai limite dell'incredibile. È quella rilasciata dall'arbitro Marco Guida in esclusiva a Radio CRC a proposito dell'eliminazione dei limiti territoriali, con la conseguenza che anche lui (che fa parte della sezione AIA di Torre Annunziata) potrebbe arbitrare il Napoli. Ma non accadrà, ed è stato lo stesso Guida a spiegare il perché: "Ci tengo a essere trasparente sulla questione. Non c’è nessun retropensiero, il nostro designatore arbitrale Gianluca Rocchi può scegliere il miglior arbitro per la miglior partita. Noi siamo persone per bene. Io e Fabio Maresca possiamo arbitrare tranquillamente a Napoli ed è molto probabile che avvenga. Sia io che Fabio abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli poiché il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città come Milano anche se abbiamo avuto la proposta. Io vivo la città di Napoli e abito in provincia. Ho tre figli e mia moglie ha un’attività. È una scelta personale. La mattina devo andare a prendere i miei figli e voglio stare tranquillo. Il calcio da noi viene vissuto come molta emotività. Quando ho commesso degli errori non era così sicuro passeggiare per strada così come andare a fare la spesa. Pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire due giorni di casa per svolgere le mie attività sportive non mi fa sentire sereno".

 

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Guida e le aggressioni agli arbitri

Guida è anche tornato sull'ultima aggressione subita da un giovane arbitro in Sicilia durante un incontro di playoff tra formazioni Under 17, con l'arbitro che è stato accerchiato e aggredito dai giocatori e da altre persone entrate in campo: "Il tema delle violenze sugli arbitri è molto delicato soprattutto quando si parla di ragazzi di 14-15 anni che quotidianamente subiscono violenze - ha commentato Guida -. Ci tengo a mandare un caloroso abbraccio a Diego da parte di tutta la nostra associazione nazionale e internazionale, poiché anche tanti colleghi dell’estero hanno espresso solidarietà verso di lui. Quello che ha vissuto Diego è un attacco vile, vigliacco e disgustoso. Sono i media e i giornali che rappresentano l’arbitro come la figura del nemico da insultare a prescindere. Io non riesco a passarci sopra, non riesco a vedere una partita di un ragazzino in cui i genitori dei ragazzi che giocano in campo lo insultano, un ragazzino coetaneo dei loro figli. Io sono genitore di tre figli e credo fortemente che sia un qualcosa di profondamente diseducativo per i ragazzini. Qui parliamo di ragazzini che per passione e per un senso di rispetto delle regole fanno questo lavoro e praticano questo sport per diventare un giorno arbitri di serie A e vengono insultati dall’inizio alla fine della partita. Questi ragazzi arbitrano per 30 euro a partita che equivale ad una pizza e lo fanno solo per passione e rispetto delle regole. Mettetevi nei panni di quel genitore che deve assistere all’aggressione del proprio figli che potrebbe essere un loro coetaneo".

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